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Ultimo aggiornamento il 21/12/2024 alle ore 18:35

Attualità e Politica

20/12/2024 | 15:15

Giochi, Consiglio di Stato respinge ricorso di una sala bingo contro i limiti orari di Venezia: “Interesse alla salute deve prevalere su quello economico”

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Giochi Consiglio di Stato respinge ricorso di una sala bingo contro i limiti orari di Venezia: “Interesse alla salute deve prevalere su quello economico”

ROMA - Respinto il ricorso di una sala bingo di Venezia, che aveva contestato i limiti orari imposti dal Comune (apertura delle sale dalle ore 8,30 fino alle ore 21,30 funzionamento degli apparecchi dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19,30), e ritenuto il regolamento in materia di giochi “illegittimo”. E’ quanto deciso dal Consiglio di Stato nel confermare la decisione in primo grado del Tar Veneto.

LA DECISIONE - La società ricorrente ha lamentato la contraddizione del regolamento con il rilascio precedente dei titoli abilitativi, il difetto di istruttoria e una diversità di trattamento tra esercizi primari e generalisti. Secondo il Consiglio di Stato, tuttavia, "l’amministrazione ha disciplinato la materia in via generale, senza che il pregresso rilascio di titoli abilitativi potesse limitare il potere di dettare, sulla base di una rinnovata valutazione dell’interesse pubblico, una nuova regolamentazione più restrittiva di quella precedente”. Sul secondo punto – si legge nella sentenza – “la giurisprudenza ha escluso che la regolazione degli orari delle sale da gioco possa considerarsi viziata da deficit di istruttoria”. In questo caso il regolamento è stato adottato sulla base due report del Dipartimento Dipendenze di Venezia, i quali, “oltre a dar conto della crescita del fenomeno ludopatico, hanno evidenziato la prevalenza della dipendenza da gioco legata all’uso di slot machine e apparecchi vlt e la concentrazione del gioco soprattutto nelle ore serali e notturne (dalle 17.00 alle 23.00)”. Respinta anche la critica sulla presunta disparità di trattamento tra le sale gioco e i cosiddetti esercizi generalisti (bar e tabaccherie). Secondo l’appellante l’individuazione di una normativa unitaria e uniforme sugli orari di funzionamento degli apparecchi risulterebbe profondamente discriminatoria a danno delle sale gioco; qui l’attività ludica viene esercitata in via principale ed esclusiva, mentre negli esercizi generalisti (bar e tabaccherie) avrebbe carattere meramente accessorio. Tuttavia, sottolinea il Collegio, le limitazioni orarie al funzionamento di slot machine e apparecchi vlt, “non potevano che essere uniformi per tutti gli esercizi caratterizzati dalla presenza di tali apparati, pena l’inefficacia della misura”, in quanto “l’interesse pubblico alla tutela della salute deve ritenersi prevalente su quello economico dei gestori della sale gioco”. Di conseguenza, “l’eventuale riduzione degli introiti di questi ultimi, dipendente dalla riduzione dell’orario di funzionamento degli apparecchi di gioco e di apertura delle sale, che non sia tale da determinare la chiusura di tali attività, è da considerare proporzionale allo scopo”.

GL/Agipro

Foto credits Sailko CC BY 3.0

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