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08/01/2019 | 09:10

Gioco patologico, Di Girolamo (PD): "Bologna rinunci alle slot, sinergia tra Comune e Regione per prevenzione e cura"

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Gioco patologico Di Girolamo Bologna slot

ROMA - Bologna deve diventare una città "slot free": è questo l'auspicio della consigliera comunale del Pd Giulia Di Girolamo, che proprio al tema del gioco ha dedicato il suo intervento in apertura della seduta del consiglio comunale. «Il Comune di Bologna, da agosto a dicembre, ha effettuato numerosi controlli e verbalizzato oltre 550 violazioni». Risultati positivi che «si sono potuti raggiungere grazie all'impegno, alla collaborazione e all'investimento da parte sia dell'assessorato alla Sicurezza, sia dall'assessore Barigazzi, Sanità e Welfare in collaborazione con Ausl e numerose realtà de terzo settore, che sul tema stanno svolgendo un importante lavoro di sensibilizzazione e prevenzione soprattutto con le giovani generazioni, nelle scuole e nei quartieri della nostra città». Per la consigliera dem Di Girolamo la collaborazione con la Ausl è «necessaria per poter intercettare tempestivamente chi è affetto da ludopatia, come ci descrive la dottoressa Mirella Felice, la quale delinea anche l'ampliamento della lascia di età che colpisce il gioco d'azzardo: non più solo anziani ma anche giovanissimi coloro che giocano d'azzardo nella nostra città, e proprio su questi giovani cittadini bisogna continuare a fare prevenzione». Nonostante i risultati positivi raggiunti, «a Bologna, nel 2017 sono stati spesi oltre 730 milioni di euro in gioco d'azzardo, circa 1850 euro per persona, prima città tra quelle sopra i 200 mila abitanti per la spesa procapite in gioco. Alla luce di questi dati - conclude la consigliera del Pd - le azioni che stiamo portando avanti credo vanno nella direzione giusta, sono scelte coraggiose che dovranno proseguire con costanza e determinazione per ottenere dei risultati nel futuro, sempre nell'ottica vincente di una stretta collaborazione a livello locale tra Comune e Regione per migliorare sempre di più i servizi di cura dedicati oltre che i percorsi di prevenzione preziosi già attivi».
RED/Agipro

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