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Attualità e Politica

28/11/2019 | 10:45

Rapporto Acadi sul gioco: distanziometro in 18 regioni su 20, in Abruzzo la spesa pro-capite più alta

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Acadi gioco

ROMA - L'impatto del gioco pubblico legale è tutt'altro che uniforme nelle varie regioni italiane. Il Rapporto Acadi prende in esame la spesa media mensile pro capite, secondo i dati aggiornati al 2017 e considerando solo i punti vendita delle singole regioni. La regione in cui si gioca di più è l'Abruzzo, che fa registrare una spesa pro capite di 29,1 euro al mese, contro una media nazionale che si assesta a 23,8. Seguono Lombardia (27,3), Emilia-Romagna (26,2) e Campania (26,1). All'altro estremo si trova la Sicilia, nella quale la popolazione residente impiega nei giochi solo 16,4 euro al mese. Sotto media anche Basilicata (19,4), Piemonte (19,5) e Calabria (19,8).
Sui dati regionali di maggiore o minore affluenza al gioco pesano anche le limitazioni più o meno severe imposte in quasi tutte le regioni italiane. Prima fra tutte, quella che impone ai punti vendita una distanza minima da una serie di “luoghi sensibili” (scuole, luoghi di culto, centri ricreativi, ecc.). Su venti regioni, soltanto due (Campania e Sicilia) non hanno ancora una legge sul gioco patologico. Tutte le altre hanno adottato un distanziometro, fissato nella maggior parte dei casi a 500 metri. Più leggero il regime in Veneto, 400 metri, mentre in Trentino Alto-Adige, Liguria e Abruzzo la distanza minima è 300 metri. Caso particolare, quello della Puglia, dove una recente modifica della legge ha ridotto il distanziometro a 250 metri. Infine, Piemonte, Marche e Calabria hanno optato per distanze differenziate: 500 metri nei comuni con più di 5000 abitanti, 300 metri nei comuni più piccoli.
Il distanziometro si applica alle nuove attività. Quelle già esistenti alla data di entrata in vigore della legge sono state disciplinate in maniera diversa a seconda delle regioni: in alcune (per esempio il Piemonte) è stata decisa la decadenza delle licenze sotto distanza; in altre (vedi il Veneto), le vecchie concessioni sono state ritenute esenti dal distanziometro.
MF/Agipro

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