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Attualità e Politica

31/07/2019 | 14:13

Giochi, Razzante (Univ. Bologna): “Nel gaming italiano vige il rispetto delle regole, il proibizionismo del Governo danneggia la libertà d'impresa”

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Giochi Razzante (Univ. Bologna): “Nel gaming italiano vige il rispetto delle regole il proibizionismo del Governo danneggia la libertà d'impresa” (1)

ROMA - «Ogni impresa italiana dovrebbe avere un organismo di vigilanza, anche se molte grandi aziende italiane continuano ad esserne prive. Nel settore giochi questo è un passo che desta un po' di sorpresa, ma io spero che sia una sorpresa positiva». Lo spiega ad Agipronews Ranieri Razzante, professore di Legislazione antiriciclaggio all'Università di Bologna con radicate competenze nel gaming, commentando la sua nomina a vicepresidente del neocostituito organismo di vigilanza di SKS365. «È particolarmente significativo – continua Razzante - che questa decisione venga presa da una società che in passato, con la vecchia proprietà, è stata interessata da infiltrazioni criminali. Il nuovo management, del tutto estraneo ad ogni vicenda giudiziaria, ha deciso di mettere a presidio di attività strategiche personalità professionalmente ineccepibili e indipendenti. Per me, benché da anni presti le mie consulenze nel settore, avere una responsabilità di vigilanza costituisce una sfida appassionante». 

Rigido nella difesa delle regole, ma convinto assertore della libertà di impresa, il professore è critico con il proibizionismo espresso dall'attuale Governo. «Si continua a colpire professionisti e imprenditori perbene, come se tutto il settore fosse in mano alle mafie. Le infiltrazioni ci sono nei giochi come in tutti gli ambiti commerciali. La politica dovrebbe prendersela allora con tutti gli albi professionali e andare a colpire ogni tipo di impresa. In Italia abbiamo controlli antiriciclaggio che fanno invidia al mondo e gli operatori di gioco hanno un comportamento particolarmente virtuoso, con circa seimila segnalazioni l'anno di operazioni sospette. Un numero di molto superiore rispetto a quelle provenienti dai liberi professionisti. E grazie a queste segnalazioni, sono state avviate indagini che hanno portato ad arresti di riciclatori ed usurai».

Completamente campata in aria, secondo Razzante, anche la decisione del Governo di vietare la pubblicità alle aziende di giochi: «Se lo Stato dà libertà di impresa, deve consentire alle aziende di fare pubblicità. Semmai, la si può limitare quando è ingannevole, contraria all'ordine pubblico e al buon costume. Ed è un'authority come Agcom che deve stabilirne i limiti». Ma la pubblicità dei giochi alimenta la dipendenza? «Non c'è alcuna evidenza scientifica di un legame tra pubblicità e ludopatia. Inoltre, le statistiche parlano chiaro. Il numero dei ludopati è ridottissimo rispetto all'universo dei giocatori. Nessun paragone è possibile con altre dipendenze, tipo quella da fumo. La classe politica dovrebbe studiare meglio il problema invece di fare del catastrofismo. Lo Stato deve combattere la dipendenza ma non può impedire di bere un bicchiere di vino o di fumare una sigaretta. E il piano della difesa della salute non va confuso con la libertà d'impresa».

MF/Agipro

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