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Attualità e Politica

22/11/2023 | 18:01

Giochi e riordino, le associazioni: “Vogliamo una riforma generale su tutto il settore, c’è bisogno di compattezza”

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Giochi e riordino le associazioni “Vogliamo una riforma generale su tutto il settore c’è bisogno di compattezza”

ROMA – “Vogliamo un riordino generale su tutto il settore giochi, non solo sull’online.” Così Domenico Distante, presidente di Sapar, al convegno “ENADA Workshop 2023”, tenutosi oggi a Roma. “Ci sono dei comuni che hanno fatto orari di accensione 9-13 e 13-22: un dipendente deve fare dalla mattina alla sera per tenere aperto, mi sembra impossibile. Gli imprenditori non vengono rispettati, pur operando nel pieno della legalità. È necessario che la riforma sia organica”. A queste parole fanno eco quelle di Massimiliano Pucci, presidente di As.tro: “Questo decreto fantasma nei suoi contenuti divide il settore. C’è bisogno di compattezza almeno nella fase di riscrittura delle regole. È un peccato con un governo così vicino alle pmi italiane nel suo primo atto del riordino emerso sui giornali le cancelli totalmente, non pensando né agli investimenti fatti né tantomeno ai posti di lavoro che salteranno. Sono contento che tutti i politici ascoltati oggi condividano l’idea che, se si deve fare il riordino, si deve fare per l’intero settore; ogni riforma segmentata diventerà inevitabilmente una riforma pasticciata.”

Così, invece, Emmanuele Cangianelli, presidente di EGP FIPE, che ha commentato con scetticismo le strategie che la politica sta mettendo in atto per affrontare la questione: “Un tema di così ampio interesse pubblico non può andare avanti con bozze apocrife; si dovrebbe adottare il metodo della consultazione pubblica, in cui tutti gli stakeholder possono mettere per iscritto quello che pensano, dall’innovazione tecnologica alla legalità alla lotta contro la dipendenza, creando dei contributi che possano aiutare il legislatore a rinnovare la regolamentazione.” Presente anche Geronimo Cardia, presidente di Acadi, che ha commentato quella che viene definita normativa “a macchia di leopardo”, con la quale le regioni amministrano il settore in modo differenziato: “tutte le leggi regionali prevedono delle distanze di un numero di metri talmente elevato da un numero di luoghi sensibili così grande, che chi applica la legge non riesce a trovare un posto sul territorio dove aprire un punto.”

GF/Agipro

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