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Attualità e Politica

27/01/2017 | 13:43

Relazione Dia al Parlamento: un asse tra i clan per la gestione del gioco illegale

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Relazione Dia

ROMA - La criminalità organizzata siciliana e quella calabrese hanno formato un asse incentrato “sulle attività illecite”, con una collaborazione attiva di alcuni clan “nelle estorsioni e nella gestione del gioco d’azzardo”. E’ quanto si legge nella relazione della Direzione Investigativa Antimafia relativa al primo semestre 2016, presentata al Parlamento dal Ministero dell’Interno, in cui si ricordano le attività di contrasto all’illegalità nel settore, come le operazioni “Totem”, “Imitation Game”, “Game Over”, “Jamm Jamm” e “Gambling”.

Gli interessi in comune erano amministrati “nel settore del gioco e delle scommesse illegali, anche on line”, grazie alla collaborazione di “professionisti del settore” che “avrebbero agevolato non solo la criminalità campana, ma anche la ‘ndrangheta e cosa nostra, in una commistione di interessi la cui portata è tale da far prevalere la convenienza di una spartizione concordata dei profitti illeciti, piuttosto che assumere, in maniera cruenta, posizioni monopolistiche”.

La criminalità siciliana ha interesse nell’azzardo anche in ambito internazionale: negli Stati Uniti d’America New York rappresenta un’area “nevralgica dell’economia statunitense, rappresenta per l’organizzazione siciliana un centro di interessi con riferimento al riciclaggio di capitali illeciti, all’usura, alle estorsioni, al traffico di sostanze stupefacenti, al gioco d’azzardo, al traffico di esseri umani e allo sfruttamento di mano d’opera”, altre ramificazioni sono presenti anche in Canada.

In Sicilia “la raccolta illecita delle scommesse, anche telematiche, appare fortemente esposta agli interessi della criminalità organizzata”, mentre altri clan hanno interessi “nei settori della lavorazione ed imballaggio dei prodotti agricoli, delle pompe funebri, delle macchine distributrici di bevande e dei centri scommesse e, più in generale, verso tutte quelle attività in qualche modo funzionali all’usura ed al riciclaggio”, oltre alla gestione di “scommesse illegali raccolte on-line (corse clandestine di cavalli e installazione di video-poker), che venivano poi indirizzate, via internet, su operatori non autorizzati”.

Spostandosi in Campania, il clan dei “Casalesi” ha tra gli ambiti criminali di maggior interesse “il riciclaggio, l’usura, le estorsioni, la gestione delle puntate e delle scommesse d’azzardo on line”. Gli esponenti dei clan “si sarebbero avvalsi del know how di esperti professionisti informatici per creare una vasta rete illegale di gioco on line, utile a riciclare capitali ma anche ad omettere il versamento dei tributi erariali per la concessione di gioco”.

La strategia emersa vede l’attività di esponenti di clan camorristici operare “in alcuni casi in sinergia con la ‘ndrangheta e cosa nostra, con una commistione di interessi la cui portata è tale da far prevalere la convenienza”, ribadisce la relazione, per “una spartizione concordata dei profitti illeciti, alla stregua di quanto rappresentato con riferimento al menzionato ‘metodo del tavolino’”.

In Calabria le attività criminali mostrano una strategia di gestione “a monte del settore economico da infiltrare, intercettando i gangli fondamentali della filiera, sia essa collegata al settore dei trasporti, della logistica industriale, dell’edilizia, dell’agro-alimentare, della sanità, del turismo, dell’energia o delle scommesse on line, solo per citarne alcuni, la cui valenza sta crescendo di pari passo con l’apertura delle frontiere del mercato internazionale”.

PG/Agipro

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