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Ultimo aggiornamento il 07/02/2025 alle ore 17:20

Attualità e Politica

07/02/2025 | 11:55

Schlein su riordino giochi, As.Tro risponde alla segretaria Pd: “Nessun aumento dell’offerta con la riforma, su numero malati di gioco tanta propaganda”

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Schlein su riordino giochi As.Tro risponde alla segretaria Pd: “Nessun aumento dell’offerta con la riforma su numero malati di gioco tanta propaganda”

ROMA - “Sia la legge delega che il decreto legislativo di riordino del gioco on line non prevedono alcuna “moltiplicazione dell’offerta di gioco”: la quantità e la tipologia dei prodotti di gioco consentiti dalla riforma, sia per il gioco on line che per quello fisico, restano, infatti, quelle già presenti nel precedente contesto normativo”. E’ quanto scrive As.Tro, l’associazione degli operatori del gioco lecito, in una lettera indirizzata a Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, che la scorsa settimana aveva duramente criticato le ipotesi di riordino su cui sono al lavoro Governo ed enti locali. “Per quanto riguarda il numero dei punti di offerta del gioco fisico, traspare la chiara intenzione di una riduzione complessiva dell’offerta”, scrive As.Tro. Pur non condividendola, l’associazione reputa “legittima la posizione proibizionista del Partito Democratico (la medesima posizione è presente, peraltro, anche in alcuni settori dell’attuale maggioranza) che, già da alcuni anni, ha individuato nello smantellamento del sistema gioco pubblico legale la soluzione per debellare il fenomeno della dipendenza da gioco. Quello che, invece, non comprendiamo, è come sia possibile che, proprio in coerenza con questa chiara posizione politica, il Partito Democratico non abbia mai avanzato una proposta di legge per l’abolizione del gioco pubblico legale, limitandosi, invece, ad affidarsi a soluzioni che mirano a smantellarlo in maniera surrettizia, attraverso provvedimenti mirati esclusivamente a provocare la chiusura delle imprese che, nell’ambito del sistema concessorio che regola il settore, esercitano l’offerta legale sul territorio”. Uno di questi strumenti è proprio il “distanziometro”, invocato dalla Schlein – prosegue la lettera  - come soluzione salvifica per la tutela della salute dei cittadini: “Già nel 2018, dallo studio presentato dall’Istituto Superiore di Sanità emergeva che <>. Tra le principali motivazioni che muovono il giocatore problematico nella scelta del posto in cui giocare vi è proprio la “riservatezza” che gli viene meglio garantita nelle zone distanti dai centri urbani e, ancor di più, lontani dai luoghi in cui è radicata la propria vita familiare e lavorativa”. Non è possibile credere che nell’epoca del digitale, dell’iperconnessione e dell’intelligenza artificiale, i fenomeni di dipendenza possano essere arginati “intervenendo sulla distanza fisica tra la persona a rischio di dipendenza e l’oggetto potenzialmente in grado di generarla”. Il “distanziometro” – sottolinea As.Tro - si è rivelato efficace, invece, “per espellere dai territori l’offerta legale di gioco che è il solo vero obiettivo di chi auspica l’abolizione del gioco legale senza la responsabilità di farlo attraverso una chiara ed esplicita iniziativa parlamentare”. La mancata assunzione di responsabilità deriva dalla difficoltà di rendere coerente “la posizione proibizionista sul gioco con la posizione antiproibizionista che si esprime nella volontà politica di legalizzare la cannabis” e dalla fatica di dover indicare “quali tasse sarebbero aumentate e quali spese sarebbero tagliate per colmare il buco di bilancio generato dal venir meno del gettito erariale (auspicato dalla Schlein) derivante dal gioco lecito che, annualmente, oscilla tra i 10 e i 12 miliardi di euro”. Quel denaro, che il segretario del PD sembra considerare “sporco”, rappresenta comunque una risorsa sottratta alla criminalità. Per quanto riguarda il numero dei malati, la Schlein aveva dichiarato che in Italia ce ne sarebbero oltre un milione. “Al momento non esiste, in Italia, una banca dati ufficiale riguardante il numero complessivo delle persone in cura per la dipendenza da gioco”, precisa As.Tro. Questa circostanza rappresenta una grave lacuna, per questo l’associazione si è di recente attivata per colmarla “utilizzando lo strumento dell’accesso civico generalizzato rivolto a tutte le aziende sanitarie presenti sul territorio nazionale. Le anticipiamo che le proiezioni basate sui numeri (certi) che abbiamo già a disposizione portano ad un risultato di gran lunga inferiore a quello da Lei dichiarato. Occorrerebbe evitare il rischio che i dati numerici - privi di analisi basate su elementi oggettivi - possano diventare uno strumento di propaganda. Detto in altri termini, sarebbe opportuno evitare di relegare il grave problema della dipendenza da gioco entro gli angusti confini delle dispute ideologiche”.

RED/Agipro

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