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Attualità e Politica

28/11/2017 | 11:25

Videogames, gioco o azzardo: in Europa si discute sulle “Loot Boxes”

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Videogames loot Boxes

ROMA – Semplici videogames o giochi d'azzardo? La questione è ormai aperta in sede europea a proposito delle “loot boxes”, degli scrigni virtuali che si acquistano con microtransazioni - generalmente da pochi euro - e che offrono la possibilità di acquistare bonus e contenuti speciali, a volte indispensabili per completare le sfide proposte per console, pc ma anche per i “giochini” da cellulare. Il fatto che il contenuto dei forzieri sia lasciato completamente al caso (come avviene in una lotteria a premi, in cui però si vince qualcosa di virtuale) ha spinto diverse autorità di gioco ad analizzare la materia, per capire se sia da ritenere un gioco d’azzardo online o meno, visto che un tema del genere tocca da vicino anche i possibili rischi di gioco minorile (consapevole o meno). La questione è già materia d’inchiesta in Belgio, Olanda, Australia, Francia e Regno Unito. Proprio la Uk Gambling Commission ha di recente emesso una nota ufficiale, in cui si ammette come il limite sia da valutare attentamente: “la linea di confine per capire se un gioco sia o meno azzardo - si legge nella nota dell’autorità britannica - è stabilire se un gioco di sorte abbia in palio denaro o premi che possano essere scambiati in denaro. Se gli oggetti ottenuti con le loot boxes possono essere utilizzati solo all’interno dei giochi e non monetizzati, non possiamo parlare di gioco d’azzardo illegale. In questi casi non abbiamo il potere di intervenire”.

I primi dispositivi su cui sono apparsi i forzieri virtuali sono proprio quelli mobili, in particolare per i giochi gratis, che fra caramelle, animaletti, gemme e gioielli propongono sempre più spesso degli acquisti “in play” per sbloccare bonus, abilità speciali, o accattivanti ornamenti grafici. La questione ha però acquisito una visibilità più ampia da quando questo tipo di offerta è sbarcata su alcuni titoli molto popolari di ultima generazione: le polemiche più accese - e più recenti - si sono scatenate su “Star Wars Battlefront II”, tanto che la casa di produzione ha deciso di sospendere l’offerta. L’accusa dei giocatori è che mentre “per un gioco gratis possiamo capire che i programmatori o la casa di produzione abbia in qualche modo bisogno di avere un ritorno economico - fanno sapere ad Agipronews alcuni “hard core gamers” - è del tutto differente la situazione se l’acquisto è proposto e a volte è indispensabile, su un gioco che costa diverse decine di euro e che poi scopri non essere neanche completo”.

PG/Agipro

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