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Attualità e Politica

02/02/2017 | 10:22

Riordino giochi, Baretta (Mef): "Colmeremo il ritardo dello Stato. Fondamentale il ruolo di comuni e regioni"

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ROMA - «Dobbiamo riconoscere un ritardo da parte dello Stato nel controllo del gioco. La crescita è stata eccessiva negli ultimi tempi, così abbiamo deciso di invertire la tendenza. Il comparto giochi garantisce allo stato 9 miliardi di entrate ma il gioco non vale la candela se si considera il tema dell’emergenza sociale». Così Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia, intervenuto questa mattina alla trasmissione “Tutta la città ne parla” di Radiotre, dedicata al mondo dei giochi. «Oggi i punti di gioco sono circa 96 mila. Nell’arco di tre anni vorremmo dimezzarli, in un anno vogliamo ridurre l’offerta del 30 per cento. È un primo passo», ha detto ancora Baretta.

La tessera del giocatore - Una delle ultime novità nella proposta governativa sul riordino dei giochi è la tessera del giocatore, che permetterà il funzionamento delle slot. «È una richiesta dei comuni, volta a ottenere un maggiore controllo», ha detto Baretta, che a proposito delle cosiddette “macchinette” ha garantito come nell’ipotesi governativa di riordino non si parli di apparecchi capaci di aumentare il livello delle giocate e delle vincite. «Proporrò anzi che per quanto riguarda le Vlt ci sia una drastica riduzione del volume della giocata. Il limite attuale, 500 euro, è una follia, io proporrò un limite a 200 e sarò disponibile a ulteriori riduzioni».

La collaborazione con gli enti locali - Baretta ha risposto anche al sindaco di Genova, Marco Doria, che ribadiva l’importanza del ruolo degli enti locali nel controllo del gioco d’azzardo: «La programmazione del territorio non compete allo Stato ma agli enti locali. - ha detto Baretta - Le sale certificate, contenute nella proposta del Governo, nascono proprio per arrivare a un maggiore controllo, perché contengono dei vincoli rilevanti. Ad esempio, la formazione per gli addetti, il rispetto di volumi minimi di spazio e dei vincoli architettonici. Questi ultimi chiamano proprio in causa l’azione dei Comuni. E’ impensabile gestire un settore come quello del gioco senza tener conto delle loro esigenze». 

Lotta all’illegalità - Perché lo Stato non lavora per eliminare del tutto il gioco d’azzardo? Alla domanda vagamente provocatoria Baretta ha risposto: «Bisogna combattere il gioco illegale. Il gioco fa parte della vita della gente, quello che preoccupa è l’aggressione dell’illegalità che utilizza il gioco ai suoi fini. Decidere, come è stato fatto, che tutte le slot abbiano in futuro il controllo da remoto, consente di impedire che vengano taroccate sul territorio cambiando la scheda interna»

MF/Agipro

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