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04/10/2017 | 14:18

Bitcoin e Gaming, la nuova era - Dalla roulette alle scommesse: così la criptovaluta sostituirà fiches virtuali e contanti

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ROMA - Sono monete virtuali, quindi impalpabili. Ma il loro valore è più che reale: il Bitcoin e i suoi fratelli sono ormai entrati nei circuiti economici internazionali e vantano una forte velocità di crescita negli ultimi mesi. Secondo numeri forniti ad Agipronews dal Politecnico di Milano, l’intero settore ha una capitalizzazione di oltre 122 miliardi di euro, di cui 59 riguardano il solo Bitcoin, la criptovaluta (così si chiamano) più diffusa, che movimenta ogni giorno circa 250 mila transazioni, per un controvalore quotidiano di scambio da 550 milioni di euro.

In questo circuito è ormai entrato anche il mondo del gaming, tradizionalmente pronto a recepire le innovazioni. Il 2014 è stato l’anno in cui è nato il primo bookmaker - BetVip con regolare licenza - ad accettare esclusivamente puntate in Bitcoin. Da lì in poi anche le grandi realtà internazionali hanno aperto alla novità: nel 2015 sono spuntati i primi casinò online (Bitcasino.io, ad esempio) nei quali ci si siede al tavolo solo con moneta Bitcoin, nel 2016 Bodog, 5dimes e NetBet hanno inserito la criptovaluta tra i sistemi di pagamento. Nemmeno il mondo del poker online si è tirato indietro: calzante l’esempio di EtherPoker, un network di gioco che basa le sue transazioni sull’Ethernum, la criptovaluta che fa concorrenza al Bitcoin, o quello di Americas Cardroom, la principale poker room negli Stati Uniti che ha appena aperto ai pagamenti con moneta “criptata”.

Il Bitcoin, così come le altre monete digitali, è  “criptato”: ogni unità è blindata da un codice digitale univoco che la associa al suo proprietario, per far sì che ogni transazione o scambio tra gli utenti avvenga in sicurezza. La differenza con il sistema di valuta tradizionale è che a emetterla non è alcun istituto o autorità centrale, bensì i “miners”, utenti che mettono a disposizione in rete la potenza di calcolo dei loro pc (indispensabile per generare sempre nuovi codici e nuove monete) venendo a loro volta ricompensati con valuta virtuale. Nato nel 2009 da un gruppo di programmatori che lavorava sotto lo pseudonimo “Satoshi Nakamoto”, il Bitcoin ha visto via via crescere il suo controvalore in moneta reale: oggi, a un singolo Bitcoin corrispondono circa 4mila dollari. Chi ha investito agli esordi, quando la quotazione era di pochi centesimi, oggi potrebbe trovarsi sul conto un capitale. Attualmente circolano circa 16,5 milioni di monete Bitcoin e siamo vicini al massimo matematicamente consentito di 21 milioni.
Il Bitcoin si sta integrando sempre più nel tessuto dell’economia reale, entrando nei circuiti di pagamento più diffusi. Ad esempio, il servizio di “Bitcoin Central”, oltre alla compravendita della valuta, offre agli utenti un codice Iban con il quale effettuare bonifici bancari internazionali verso qualsiasi altro circuito di pagamento. Simile il servizio proposto da “Paymium”, che è più focalizzato sull’e-commerce, consentendo a commercianti e clienti di pagare in Bitcoin l’acquisto di beni su Internet. I pacchetti di Bitcoin vengono ormai venduti anche su Amazon ed eBay. 
 L'aumento della diffusione ha posto il Bitcoin sotto l’occhio dei diversi Governi. In Europa si valuta la possibilità di prenderlo in considerazione come strumento finanziario riconosciuto: «Stiamo esaminando il Bitcoin. La tecnologia non è ancora matura perché venga considerata dalle banche centrali come uno strumento di politica monetaria», ha dichiarato di recente Mario Draghi, Presidente della Bce, aggiungendo che in futuro, dopo una valutazione dei rischi di attacchi cibernetici, tramite un’apposita task force, si potrebbe considerare l’eventualità. Anche gli istituti finanziari, del resto, si sono lanciati nella corsa all’oro delle criptovalute. In Giappone un consorzio di grandi banche sta pensando al J-Coin, moneta virtuale da lanciare in occasione dei prossimi giochi Olimpici, nel 2020. Un’iniziativa che ha già ricevuto un primo ok dalla Banca del Giappone.
In Russia invece, Vladimir Putin punta su Ethereum, il principale avversario di Bitcoin, come strumento potenziale per diversificare l'economia russa nel settore petrolifero. «Se la Russia la implementerà per prima - ha spiegato Putin parlando della criptovaluta - otterrà vantaggi simili a quelli che ebbero i Paesi dell’Occidente quando iniziarono ad usare Internet».
AG/Agipro

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