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Attualità e Politica

04/10/2017 | 15:13

Bitcoin e Gaming, Planzi (Politecnico Milano): «Un affare per tutti, tra risparmio sulle commissioni e speculazioni sul valore della moneta virtuale»

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ROMA - Un'opportunità, ma anche una fonte di rischi latenti: la diffusione delle criptovalute nel mondo del gioco è un fenomeno da monitorare con attenzione. Passi avanti significativi sono stati fatti all'estero, in Italia c'è ancora grande prudenza. Ne parla ad Agipronews Marco Planzi, direttore dell'Osservatorio Gioco On Line del Politecnico di Milano, che si sta occupando del tema da qualche tempo. 

Quali sono i vantaggi che l'introduzione dei Bitcoin e delle altre criptovalute può offrire al settore?

«Il loro utilizzo rappresenta un’opportunità per gli operatori di gioco e per i consumatori perché, nonostante le consistenti fluttuazioni nel suo valore, permette di evitare le commissioni richieste normalmente dai circuiti di pagamento (carte di credito o eWallet) per i depositi e i prelievi sui conti di gioco. Inoltre, per molti piccoli operatori, la speculazione sul valore dei Bitcoin, negli anni passati in forte crescita, ha permesso di ottenere di volta in volta risorse extra da dedicare ad attività di marketing. Nel corso del 2016 i Bitcoin sono stati integrati a livello internazionale all’interno del gioco online come sistema di pagamento comunemente accettato. Alcuni operatori internazionali di gioco hanno inserito la criptovaluta tra i loro sistemi di pagamento».

Uno strumento tecnologico così avanzato, però presenta anche un “lato oscuro”: quali sono le criticità maggiori nel gaming?

«Il rischio più concreto è che l’utilizzo delle criptovalute alimenti proprio quell’area grigia del settore del gioco a distanza, composta da operatori che raccolgono giocate al di fuori delle regolamentazioni nazionali. Sebbene il registro delle transazioni in Bitcoin sia pubblico, non sempre è possibile ricondurre una transazione alla persona o all’ente che effettivamente ne ha beneficiato, e così si alimentano i rischi di infiltrazione della criminalità organizzata. In alcuni casi i Bitcoin vengono utilizzati per aggirare i limiti di età o geografici imposti dalle normative sul gioco o per aggirare il fisco». 

In Italia manca ancora una regolamentazione delle virtual money: quali sono le prospettive?

«Da noi, dove vige una normativa all’avanguardia e particolarmente stringente in materia di antiriciclaggio e di tutela dei consumatori, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli non ha espresso pareri specifici a riguardo. Gli operatori legali italiani sono quindi fortemente scoraggiati nell’accettare pagamenti in Bitcoin proprio per i rischi e le responsabilità legali connesse all’antiriciclaggio e ad oggi nessun concessionario legale ha attivato questo canale di pagamento».

Cosa sta avvenendo all'estero?

«Le prime ad esprimersi in senso favorevole sono state le Authority di piccole giurisdizioni – piccole in termini geografici ma rilevanti e particolarmente permissive dal punto di vista del gioco online - come Curaçao e l’Isola di Man. Successivamente la Gambling Commission inglese (il primo mercato di gioco online per dimensione e tradizione in Europa) ha risolto in modo molto semplice la controversia e da novembre 2016 considera i Bitcoin e le valute digitali uno strumento di pagamento equivalente a contanti e carte di credito, soggetto quindi all’esistente normativa sul gioco. Anche la Dirección General de Ordenación del Juego in Spagna si è espressa in modo analogo alla Gambling Commission e obbliga a richiedere la concessione anche i casinò online che raccolgono puntate solo in Bitcoin. Altro mercato che dovrebbe consentire l’utilizzo, in un futuro prossimo, è Malta».


PG/Agipro

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