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Attualità e Politica

26/04/2021 | 13:05

Giochi nel Lazio, Pedrizzi (ex pres. Commissione Finanze Senato): "Fermare la legge regionale, imprese a rischio chiusura"

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giochi lazio pedrizzi

ROMA - «Va subito fermata l'entrata in vigore, fissata per il prossimo 28 agosto, della modifica alla legge regionale 5 del 2013, che introduce anche retroattivamente per le sale giochi e le sale scommesse che già operano sul territorio, l'obbligo di spostarsi se si trovano a meno di 500 metri da un luogo ritenuto sensibile. Con questa norma sarebbe praticamente impossibile per qualsiasi sala di giochi legali restare aperta. Con le mafie pronte a brindare». Ad affermarlo in una nota è Riccardo Pedrizzi, già presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato. Il 29 aprile prossimo alle 15 è stata organizzata una manifestazione dinanzi al palazzo della Giunta della Regione Lazio all'insegna di "Non lasciate il Lazio alle mafie", promossa dai lavoratori e dalle lavoratrici del gioco pubblico legale, per protestare contro la decisione del Consiglio regionale del Lazio di anticipare una norma espulsiva del gioco pubblico. «Come è sotto gli occhi di tutti - sottolinea Pedrizzi - nella regione Lazio, dall'inizio della pandemia, migliaia di attività economiche sono entrate in crisi: dalle piccole aziende, alle realtà commerciali, ai ristoranti, alle palestre, alle altre attività aperte al pubblico. Si tratta di migliaia di imprese che hanno dovuto chiudere per l'emergenza sanitaria e che forse non riapriranno mai più. Per acquisire queste attività in difficoltà, la criminalità più o meno organizzata sta riversando nelle nostre città, in ogni quartiere».
Del resto, prosegue Pedrizzi, «anche e soprattutto in questo periodo di pandemia, con l'alternanza di chiusure ed aperture ad intermittenza, e, spesso, senza preavviso e senza una strategia complessiva, si conferma quanto tutti gli studi, le ricerche e gli esperti del settore hanno sempre affermato e sostenuto e cioè che in assenza di un'ampia offerta di gioco lecito, il pubblico si orienta automaticamente, per "il principio di sostituzione", verso l'offerta illecita, gestita sempre dalla criminalità, spesso facente capo a mafia, camorra, ndrangheta e sacra corona unita». Secondo le analisi operate dalla Guardia di Finanza e dalla Direzione Investigativa Antimafia sulle segnalazioni di operazioni sospette (Sos), si è evidenziato un significativo incremento, rispetto al 2019, del flusso di segnalazioni pervenute all'Unità di Informazione Finanziaria (Uif) durante il periodo pandemico.
RED/Agipro

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