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Attualità e Politica

06/03/2017 | 12:56

Annunci “etici” e un occhio alla cassa: in un'inchiesta del Quotidiano Nazionale il mondo dei giochi secondo Renzi

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ROMA - In una mano la bacchetta del moralizzatore, nell'altra la calcolatrice: questa, per quanto riguarda il mondo dei giochi, la condotta del Governo Renzi, secondo una mini inchiesta in due puntate, realizzata da Paolo Franci per il Quotidiano Nazionale, con il supporto di dati Agipronews. Nella puntata di oggi vengono ripercorsi i principali provvedimenti dell'era Renzi: dalla gara del Lotto anticipata al 2015, alla tassa una tantum da 500 milioni per la filiera slot, fino alla tormentata trattativa con gli enti locali per il riordino del settore, non ancora giunta a compimento.

Soprattutto per quanto riguarda slot e Vlt, vengono evidenziate le contraddizioni dell'esperienza renziana: da una parte l'annunciata abolizione da bar e tabacchi degli apparecchi, dall'altra il loro utilizzo per dare ossigeno alle casse statali, con l'aumento del Preu sia per le slot (dal 13% al 17,5%) che delle Vlt (dal 5% al 5,5%). Del resto, scrive Franci, «la recente storia del Paese, governo dopo governo, ci porta sempre allo stesso punto: i soldi. Non c'è un esecutivo che dai giochi non abbia attinto a piene mani, magari marciando contro a parole, per poi fare dietro front quando c'era da far cassa».

L'inchiesta approfondisce poi il nodo del riordino giochi, con l'intesa fra Governo ed enti locali continuamente posticipata, fino alla (per ora) ultima tappa del 2 febbraio, quando le richieste di modifica avanzate dal governatore della Puglia Emiliano hanno fatto slittare l'accordo. Il tutto mentre comuni e regioni, «in un Paese che si riscopre feudale», legiferano in via autonoma su orari delle sale giochi e distanze dai punti sensibili: «Ognuno si scrive il proprio editto e la situazione si blocca».

Fra annunci “etici” e realpolitik, il governo Renzi ha comunque stabilito un record straordinario, come evidenzia l'inchiesta del Quotidiano Nazionale: «Dai giochi all'erario, arrivano 9 miliardi e 269 milioni – quasi 5,2 da slot e videlottery – a fronte dei circa otto degli anni precedenti. Niente male per chi voleva togliere le slot da bar e negozi».

Nella seconda puntata, in edicola domani, le esperienze e le decisioni sul mondo del gaming prese dai predecessori di Renzi, con un'attitudine ricorrente: «Per la politica, il gioco legale è un bancomat sempre in funzione».
RED/Agipro

 

 

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