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Attualità e Politica

22/12/2016 | 13:04

Regolamento Napoli, Coppola (Astro): «Gioco lecito terreno di scontro politico, servono legalità e regole certe»

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Coppola Astro Napoli

ROMA - Il regolamento comunale di Napoli che limita gli orari di esercizio per le attività di gioco lecito «mette gli operatori al cospetto di una scelta, quella di chiudere bottega o violare una norma». E’ quanto sottolinea in una nota Emilio Coppola, Consigliere Direttivo Nazionale dell’associazione Astro, che ritiene il periodo di tempo in cui il gioco è consentito, non sufficiente «a compensare imprenditorialmente i costi di gestione».

Il nuovo e recente stop ai ricorsi contro il regolamento del Comune di Napoli, da parte del Consiglio di Stato, dice Coppola, «avvalora la considerazione in virtù della quale non è il Tribunale ma “l’organizzazione di categoria” a poterci garantire un futuro di legalità e di regole certe e “statali”, valevoli per tutto il territorio nazionale».

«Il gioco lecito è divenuto un “terreno di battaglia politica” - sottolinea Coppola - dove il pur rilevante argomento della malattia da gioco patologico viene assunto strumentalmente per coltivare percorsi di visibilità che non sono attuabili con le classiche iniziative che normalmente dovrebbero caratterizzare i programmi degli Enti Locali e degli altri Organismi di rappresentanza popolare».

Secondo Coppola serve affiancare al rispetto delle Istituzioni un presidio, che permetta di conoscere e anticipare alcuni elementi fondamentali nel settore del gioco pubblico, come l’impatto sul territorio, il collegamento e la collaborazione con le strutture sanitarie locali, la necessità di “farsi conoscere” dalle Amministrazioni locali per tutelare gli aspetti positivi, come «presidio di legalità e bacino occupazionale in primo luogo»

Coppola annuncia quindi l’avvio di un progetto che vedrà coinvolto «un gruppo di operatori che aiuti Astro ad affermare il suo innovativo approccio non solo in Campania, ma in tutto il meridione», in coordinamento con un gruppo già operativo in Puglia.

«Il sud non è più “al riparo” da quelle misure restrittive che si è erroneamente considerato appannaggio delle regioni del nord e del centro, e per questo motivo occorre sensibilizzare i gestori sul nuovo modo con cui tutelare la loro impresa, faticoso, certo, ma sicuramente stimolante, in quanto basato prioritariamente su una logica di “sistema” tra le varie capacità e relazioni che le aziende possono e devono poter esprimere nei loro territori di riferimento».

In attesa di un «riordino nazionale del settore, unico rimedio per evitare “mille leggi diverse in mille comuni diversi”», conclude, è necessario «dare forza alla Associazione in cui si crede (e che si reputa idonea a rappresentare la categoria)».

RED/Agipro

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