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Attualità e Politica

13/01/2021 | 16:48

Coronavirus, De Luise (Confesercenti): "Ristori 'a puntate' insufficienti, serve un piano di largo respiro per sostenere e rilanciare le imprese"

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ROMA - Le conseguenze della crisi economica non possono più essere affrontate con «ristori "a puntate" per codici Ateco» ma con un «piano di largo respiro per sostenere e rilanciare le imprese». Lo rileva Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti. «La caduta dei consumi è prevalentemente determinata dalle restrizioni e dalla grande prudenza con cui le famiglie stanno affrontando l'emergenza sanitaria, su cui pesa anche l'incertezza generata dal susseguirsi continuo di nuovi provvedimenti. A pagarne lo scotto, soprattutto, le imprese del commercio, del turismo e della ristorazione, che sono state le più colpite dalla recessione pandemica con una diminuzione media del valore aggiunto del 16,2%, a fronte del -9,6% registrato dalle altre imprese». Il Recovery plan non prevede «interventi diretti per commercio, alloggio e ristorazione, per i quali il piano genererebbe ricadute positive solo sul medio lungo periodo. Purtroppo, però, c'è un problema urgente di tenuta del sistema imprenditoriale», spiega. «In questo contesto, la priorità deve essere permettere alle imprese di lavorare nella massima sicurezza, appena possibile, anche implementando nuovi protocolli più efficaci nel contenimento del rischio epidemiologico. Se invece si sceglie di sacrificare pubblici esercizi, imprese turistiche e commercio per limitare la circolazione dei cittadini, e quindi a vantaggio del bene comune, dobbiamo cambiare passo sui sostegni. Bisogna superare assolutamente il criterio di scelta in base al codice Ateco, che è stato un fallimento ed ha lasciato fuori troppe imprese. Basta anche con i dl ristori 'a puntate': serve un intervento di largo respiro, con più risorse ed un cronoprogramma chiaro, per dare alle attività la certezza di sostegni sufficienti a portarle oltre al fine dell'emergenza sanitaria».
RED/Agipro

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