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Attualità e Politica

14/09/2017 | 12:45

Meno risorse dai giochi, Nicola Forte (fiscalista): «Senza interventi in altri settori si rischia l'aumento dell'Iva»

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ROMA - «Quello che lo Stato perderà con il taglio delle slot e dei punti vendita, dovrà recuperarlo in altri settori, c'è poco da fare. Con le leve ordinarie ben difficilmente si riusciranno a reperire le risorse mancanti». La valutazione merita particolare attenzione: arriva da un osservatore attento e qualificato come Nicola Forte, consulente fiscale, docente, collaboratore dal 2007 del Sole 24Ore e ospite abituale nelle trasmissioni Rai dedicate all'informazione, nonché attivissimo autore di monografie in materia fiscale.

Il tema è delicato: tutti d'accordo, o quasi, quando si tratta di mettere a dieta un settore che negli ultimi anni è cresciuto a ritmi sostenuti e incontrollati; il problema è che dai giochi arriva allo Stato una decina di miliardi l'anno, più di un terzo dell'intera legge di bilancio dell'anno scorso, e che per effetto delle misure previste dal recente accordo tra Governo e Regioni, parte di questo “tesoretto” non sarà più reperibile. A regime, ha previsto a caldo il sottosegretario all'Economia Baretta, il calo andrà oltre il 10%. E dunque, parleremmo di un miliardo o poco più, ma è una stima che a molti operatori pare più che ottimistica. In ogni caso qualcuno, nell'universo dei contribuenti individuali e collettivi, dovrà chiudere il buco. Anche perché quella del gioco non sarà l'unica voce in negativo. «Il calo delle entrate dai giochi – spiega Forte - va a collegarsi con altre misure che vedranno lo Stato incassare di meno. Parlo per esempio della riduzione del cuneo fiscale, provvedimento annunciato da tempo». 

Da dove si prenderanno le risorse mancanti?

«Molto probabilmente saranno riproposti provvedimenti già utilizzati e che hanno fornito buoni risultati, assicurando un gettito oltre le aspettative. Mi riferisco soprattutto alla cosiddetta rottamazione delle cartelle (in base alla quale si può estinguere il debito con lo Stato senza pagare interessi di mora e sanzioni, ndr): si sa che è maturato un extra gettito importante sulla prima rata, ora bisognerà vedere se i contribuenti pagheranno anche le altre quattro previste. Comunque è molto probabile una  rottamazione bis, anche perché in molti non sono riusciti a mettersi in regola durante la prima. Attenzione, però: misure come la rottamazione delle cartelle sono limitate nel tempo, mentre la contrazione delle entrate assicurate dai giochi, così come si presenta, potrebbe divenire strutturale. E allora bisognerà pensare a misure di recupero ugualmente strutturali.

Possiamo fare degli esempi di misure strutturali possibili?

«Recentemente si è parlato di inasprire l'imposizione fiscale su ogni attività inquinante e di incentivare tutto ciò che è sostenibile dal punto di vista ambientale. Non è improbabile l'introduzione di un bollo molto oneroso sui veicoli euro tre.

È possibile, in teoria, che il Governo decida di non recuperare le minori entrate?

«La coperta è corta e ci sono dei vincoli molto severi. Se non si soddisfano le clausole di salvaguardia, su cui vigila Bruxelles, potrebbe scattare automaticamente l'aumento dell'Iva. E sarebbe una iattura, perché la contrazione dei consumi diverrebbe un rischio concreto». 

Lo Stato però potrebbe trovare le risorse perse dai giochi all'interno dello stesso settore, magari aumentando il preu.

«Teoricamente è così. Ma sugli apparecchi, che rappresentano la voce principale del comparto, c'è stato un aumento recente che ha portato le aliquote dal 17,5 al 19%. Ritengo improbabile un altro ritocco. Anche perché il 19% è calcolato sull'intera raccolta. Se togliamo ciò che torna ai giocatori in forma di vincite, quel 19% per cento si trasforma in una percentuale superiore al 60%. La base imponibile mi sembra già satura».

A meno che non si aumentino le aliquote e contemporaneamente si riduca il payout, la percentuale destinata alle vincite. In quel caso, indirettamente, sarebbero gli stessi giocatori a soccorrere l'Erario.

«In effetti, un meccanismo del genere è piuttosto comune in materia fiscale. Posso far crescere le entrate non solo aumentando le tasse, ma anche riducendo un beneficio, in questo caso le vincite. Di solito, il contribuente assume consapevolezza del cambiamento in un secondo tempo. Comunque, ribadisco il punto principale: nell'attuale situazione, l'unico modo di far fronte alla perdita di risorse per lo Stato è reperirne altre, con misure straordinarie o strutturali».
MF/Agipro

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