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Ultimo aggiornamento il 08/07/2024 alle ore 20:32

Attualità e Politica

05/07/2024 | 13:48

Giochi, Tar Veneto dà ragione a un operatore di Venezia: nuovi limiti orari sono illegittimi, la nota del Comune non può modificare il regolamento vigente

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Giochi Tar Veneto dà ragione a un operatore di Venezia: nuovi limiti orari sono illegittimi la nota del Comune non può modificare il regolamento vigente

ROMA – I nuovi limiti orari per le attività di gioco nel Comune di Venezia, con accensione limitata alle fasce orarie 9-13 e 15-18, sono illegittimi poiché arrivati con un provvedimento “privo del potere di modificare le previsioni del vigente regolamento comunale”. Lo  ha deciso il Tar del Veneto, che ha accolto il ricorso di un operatore del posto, rappresentato dagli avvocati Luca Giacobbe e Matilde Tariciotti.

LA DECISIONE – Nel 2016 il Comune di Venezia ha adottato un proprio regolamento sugli orari di funzionamento delle attività di gioco. Questo prevedeva che le sale potessero aprire dalle ore 8:30 alle 21:30, mentre per gli apparecchi slot e vlt in particolare era prevista l'accensione dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19:30. Nel 2019, una deliberazione della Giunta Regionale del Veneto ha individuato la sospensione obbligatoria su tutto il territorio regionale nelle fasce orarie dalle 7 alle 9, dalle 13 alle 15 e dalle 18 alle 20. Il Comune di Venezia non ha adeguato i limiti alla disposizione regionale, bensì li ha sovrapposti con il regolamento già in vigore, comunicandolo tramite una nota della Direzione Servizi al cittadino e imprese. Il funzionamento delle slot è stato quindi ulteriormente confinato nelle fasce 9-13 e 15-18. L'adozione del provvedimento è stata giudicata illegittima dal tribunale, poiché eseguita “senza procedere a una formale modifica del regolamento”. I giudici affermano che il Comune di Venezia “non si è limitato a ritenere che potesse continuare a trovare applicazione il proprio regolamento comunale, ma ha ritenuto di dover applicare una disciplina ancora più restrittiva”. Come si legge nella sentenza, il Comune “avrebbe potuto tenere fermo il proprio regolamento comunale, il che avrebbe comunque determinato una limitazione dell’attività di gioco molto più ampia di quella prevista dalla Regione”, ovvero “avrebbe potuto adeguare il proprio regolamento al rispetto delle fasce minime previste dalla Deliberazione della Giunta Regionale”. Questo però “avrebbe dovuto avvenire mediante una deliberazione consiliare”, nella quale “avrebbe dovuto essere dato conto delle ragioni legittimanti l’applicazione di una regolazione oraria ancora più restrittiva di quella prevista dalla Regione e anche dal proprio precedente regolamento”. Per questo i nuovi limiti orari imposti dal Comune non potranno essere applicati.

GM/Agipro

Foto credits wp paarz/Flickr CC BY-SA 2.0

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