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Attualità e Politica

11/02/2020 | 11:15

Gioco illegale, Nicitra “erede” della banda della Magliana: all'esame degli inquirenti anche casi degli anni Ottanta

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Gioco illegale Nicitra banda della Magliana

ROMA - La banda della Magliana non è morta, continuano a ripetere pentiti e testimoni dell'epoca. Alcuni esponenti, giovani e poco in vista ai tempi di De Pedis e Abbatino, continuano ad “operare” e a imporre la loro caratura criminale. Come Salvatore Nicitra, che secondo gli inquirenti è a capo di  un'associazione per delinquere che ha monopolizzato in questi anni, con metodi mafiosi, la distribuzione e la gestione di slot, vlt e scommesse.
Come riporta l'Ansa, le indagini dei Carabinieri, che hanno portato al blitz di questa mattina con l'arresto di 38 persone, hanno consentito di far luce su 5 casi avvenuti nel quartiere romano di Primavalle alla fine degli anni '80 e uno all'interno dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa, che per gli inquirenti vedrebbero coinvolto Salvatore Nicitra allo scopo di consolidare il proprio potere criminale nei quartieri romani di Primavalle, Casalotti, Montespaccato, Monte Mario, Cassia ed Aurelio. Si tratta dell'omicidio di Giampiero Caddeo, del duplice omicidio di Paolino Angeli e di Roberto Belardinelli, dell'omicidio di Valentino Belardinelli e del tentato omicidio di Franco Martinelli. Salvatore Nicitra è attualmente in carcere perché arrestato dagli stessi Carabinieri nel giugno 2018 nell'indagine Hampa, in cui fu arrestato anche Franco Gambacurta.
I carabinieri stanno eseguendo un decreto di sequestro di beni, emesso dal Tribunale di Roma - Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della D.D.A. di Roma, riguardante beni, mobili e immobili, ritenuti utilizzati per la commissione dei reati o comunque acquisiti con proventi illeciti per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro.
Nicitra entrò anche nel processo che nel 1996 smantellò la Banda della Magliana, dopo le dichiarazione del pentito ex boss Maurizio Abbatino (il “Freddo” della celebre serie “Romanzo Criminale”). Nell'occasione fu però tra gli assolti, insieme ad altri personaggi che in qualche modo avevano avuto a che fare con la banda, come Ernesto Diotallevi, Claudio Bracci, Giovanni Tigani e Alessandro d'Ortenzi.
MF/Agipro

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