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Attualità e Politica

04/05/2018 | 13:09

Gioco online, Brexit: Gibilterra pensa a un “piano B”, al via dialogo con Malta

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Gioco online Brexit Gibilterra Malta

ROMA - Per calcolare gli effetti concreti della Brexit servirà prima capire quanto “hard” sarà l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea: un tema su cui al momento regna l’incertezza e che preoccupa gli operatori di gioco online con sede a Gibilterra. Per questo le autorità di gioco della penisola stanno studiando un “piano B”, che prevede una più stretta collaborazione con i colleghi di Malta.

Gibilterra è territorio Uk, ma ha un proprio regime fiscale particolare e una autonoma gestione delle licenze di gioco online. Una autonomia che nel corso degli anni ha attirato numerosi operatori di gaming internazionali, circa una trentina, e tra questi alcune sigle note come Bet365, 888 o William Hill: un taglio drastico degli accordi commerciali con il resto dell’Europa potrebbe avere un impatto negativo sulle attività delle aziende, in particolare per i requisiti comunitari che permettono di offrire gioco negli altri Stati Membri.

I colloqui avviati con Malta prevedono lo sviluppo di un protocollo d’intesa, che permetta una condivisione più agevole delle informazioni e delle pratiche burocratiche, sarebbe così più facile il passaggio “armi e bagagli” sull’isola. Di recente - si legge su Gambling Compliance - sono state proprio le autorità di gioco di Gibilterra a invitare chi possiede una licenza di gioco a valutare le possibili conseguenze.

Gli scenari della Brexit vanno da uno “stacco” netto, con la Gran Bretagna che da Paese extra Ue dovrà mettere a punto accordi economici e per la circolazione di cittadini, beni e servizi, con accordi bilaterali, che però potrebbero richiedere diversi anni di isolamento; oppure adottare una scelta più morbida, come l’adesione allo Spazio economico europeo, in cui però non avrebbe poteri decisori.

Al momento nessun operatore ha pubblicamente annunciato di voler abbandonare la penisola, anzi, proseguono le richieste per ottenere nuove licenze, allo stesso tempo, però, alcune delle aziende più grosse starebbero diversificando il loro portafoglio licenze, acquisendo titoli, e dislocando i propri server in altri Paesi comunitari. Altro tema da affrontare - ma che pare preoccupare meno le aziende - è il passaggio della frontiera dei lavoratori: sono circa 13mila gli spagnoli che quotidianamente attraversano il confine per lavorare nella penisola, un quarto di questi è impiegato nel settore del gaming. Nessuno teme che si alzi un muro, anzi, gli analisti più pragmatici ritengono che sarà nell’interesse di tutti fare in modo che il passaggio resti il più fluido possibile, ma anche in questo caso bisognerà attendere che il processo di uscita venga completato per poter valutare gli effetti pratici.

PG/Agipro

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