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Attualità e Politica

31/03/2021 | 13:35

Intervista esclusiva a Claudio Durigon (Sottosegretario Mef): “Fondamentale riaprire le sale giochi, necessaria normativa unica in tutte le regioni”

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Intervista esclusiva a Claudio Durigon (Sottosegretario Mef): “Fondamentale riaprire le sale giochi necessaria normativa unica in tutte le regioni”

Intervista di Nicola Tani


ROMA - La delega è in arrivo ma, nel frattempo, le idee sono assai chiare sulla strada da intraprendere per riformare il settore giochi. Claudio Durigon, sottosegretario Mef, rivela – in esclusiva per Agipronews – le strategie per affrontare la crisi e la ripartenza, senza dimenticare temi “caldi” come proroga concessioni, banche e pubblicità.  

Durigon, sale giochi e scommesse sono chiuse da ottobre. Partecipando ad un recente forum sullo sport, lei ha parlato di riaperture non lontane, pur nel rispetto di protocolli e andamento della pandemia. Lo conferma?

«Confermo che la Lega come forza di Governo è impegnata al massimo per far riprendere in sicurezza quanto prima tutte le attività economiche e produttive. In questa prospettiva d'insieme, riteniamo fondamentale far ripartire il settore dei giochi e delle scommesse perché gli operatori sono in grande sofferenza, perché lo stop al settore implica un forte ammanco sul piano fiscale e perché la chiusura delle attività legali favorisce inevitabilmente quanti si muovono e prosperano nell'illegalità».

Il gioco attende da anni un riordino normativo. Quale sarà la strategia del Governo nei prossimi mesi? Si ripartirà dall'accordo Stato-Regioni del 2017 oppure la discussione sarà riavviata su basi nuove? Alcune leggi regionali - che si sovrappongono alla normativa nazionale - limitano l'offerta di gioco sul territorio e provocano una recrudescenza dell'illegalità.

«Ci vuole una cornice nazionale condivisa con gli operatori e poi si deve ricercare un'uniformità a livello regionale per evitare squilibri e asimmetrie. Sono fiducioso. Giochi e scommesse legali vanno preservati per evitare che molti utenti si spostino verso soggetti che operano illegalmente, sottraendo risorse alla fiscalità generale».

Alcune concessioni giochi sono scadute e altre sono in scadenza a breve. È possibile ipotizzare una proroga delle concessioni in essere, in attesa dei nuovi bandi di gara? Le aziende, dopo le lunghe chiusure dovute alla pandemia, potrebbero non essere in grado di investire nelle nuove licenze in tempi brevi.

«Credo che la pandemia rappresenti un fatto straordinario che giustifica il ricorso a una proroga. Non si possono richiedere ulteriori sforzi economici a quanti sono stati costretti a chiudere per tanti mesi».

Quando sarà assegnata ufficialmente la delega alle questioni dell’Agenzia Dogane e Monopoli? 

«Indipendentemente dell'attribuzione delle deleghe, la Lega è sempre schierata al fianco degli operatori economici e delle piccole, medie e grandi imprese. Dunque faremo avere il supporto necessario anche al settore dei giochi».

Gli operatori legali lamentano una discriminazione da parte delle banche, che chiudono i conti alle società di gioco oppure rifiutano di aprirli. Qual è la posizione del Governo su questo tema, tenendo conto che la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche sentirà l’Abi a metà aprile?

«Quello che dice mi stupisce e mi sorprende. Gli operatori legali, in quanto tali, devono poter lavorare con tutti gli strumenti fondamentali di una qualsiasi impresa, a cominciare dal conto corrente bancario. Eventuali discriminazioni in tal senso vanno sicuramente superate».

Durante il lockdown, la Confindustria del pallone – la Lega di Serie A – e la Federcalcio hanno chiesto una sospensione – per un anno o due - del decreto Dignità, che impedisce qualunque forma di pubblicità e sponsorizzazioni da parte di aziende di giochi. La moratoria  potrebbe ridare ossigeno ai club e allo sport evitando il serio rischio di crac fallimentari. E’ una posizione che condivide?

«È un aspetto che va attentamente ponderato. Il gioco non va pubblicizzato e incentivato. Ma chi gioca deve farlo legalmente, sempre nell'ambito di una cornice regolatoria che deve tutelare sia il singolo utente sia la collettività».

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