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Attualità e Politica

06/09/2017 | 13:37

Riordino giochi, Ughi (Obiettivo 2016): “Se salta accordo con gli Enti Locali, il Governo dovrà agire in via autonoma”

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Riordino giochi Ughi

ROMA - Il riordino del settore giochi e la redistribuzione dell'offerta sul territorio è un obiettivo che il Governo dovrà rispettare, anche se dovesse saltare all’ultimo secondo l’accordo con Regioni ed Enti locali. E’ quanto ribadisce Maurizio Ughi, amministratore unico di Obiettivo 2016, alla vigilia della Conferenza Unificata di domani. «E’ logico che in una trattativa si punti ad alzare le stime e le richieste fino a quando non si chiude, succede nelle imprese, figuriamoci in politica dove in gioco c’è il consenso dell’opinione pubblica» dice Ughi, riferendosi alla “linea dura” annunciata dall’assessore della Lombardia Viviana Beccalossi. Il cerchio però sta per chiudersi «non solo per la questione della distribuzione territoriale, ma si avvicina il termine anche per la legislatura. Il rischio è di chiuderla con un nulla di fatto, dopo che si è parlato e straparlato di degrado nel settore giochi. Dire che si è contro la ludopatia è banale, i primi a esserlo sono gli operatori, che non vivono di chi abusa di gioco - aggiunge Ughi - ma l’attività di prevenzione si concretizza con un’offerta sul territorio razionalizzata, non reprimendo».

Se l’accordo dovesse saltare «è doveroso che il Governo intervenga con un provvedimento autonomo - dice ancora - chi punta ad alzare ancora l’asticella lo fa per evitare di arrivare a un accordo, ma la responsabilità sarà sempre dell’Esecutivo, che dovrà imporsi». Impensabile, dunque, restare alla casella di partenza. «Il sottosegretario Baretta dovrà mantenere quanto promesso - aggiunge Ughi - anche in assenza di accordo bisognerà attuare il riordino con una norma vincolante per tutti. Non è pensabile ipotizzare una “Brexit” della Lombardia sul gioco, già adesso siamo al limite dell’anarchia. Le attività proseguono sulla base di proroghe di fatto, in bilico dal punto di vista giuridico, siamo a rischio di rilievi della Ue proprio su un settore così delicato».

PG/Agipro

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