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Ultimo aggiornamento il 22/12/2024 alle ore 20:32

Attualità e Politica

11/11/2024 | 13:40

Riordino retail, trattativa in salita. Le regioni al Mef: distanziometro a 150 metri, taglio di 10mila esercizi, meno slot e Vlt. Almeno 500 milioni di gettito a rischio

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Riordino retail trattativa in salita. Le regioni al Mef: distanziometro a 150 metri taglio di 10mila esercizi meno slot e Vlt. Almeno 500 milioni di gettito a rischio (1)

ROMA - La trattativa tra Governo e regioni si fa più complicata. In vista dell’incontro tecnico misto del 14 novembre, il ministero dell’Economia aveva inviato una bozza di intesa alle regioni, basata su una riduzione controllata dell’offerta e sulla certificazione dei punti vendita. L’obiettivo è individuare una soluzione di compromesso con gli enti locali, che hanno introdotto normative a macchia di leopardo su distanze e orari, consentendo così una ordinata riforma del comparto. La risposta delle regioni non si è fatta attendere e ha contenuti difficilmente accettabili dal Mef e dall’industria. Secondo notizie raccolte da Agipronews, i rappresentanti regionali intenderebbero puntare ad una ulteriore riduzione del network del gioco legale, anche introducendo un doppio distanziometro (150 e 200 metri) dai luoghi sensibili. Gli esercizi generalisti – rispetto alla proposta governativa – sarebbero ridotti a 34 mila unità invece dei 40mila bar e tabacchi proposti. Non solo. Le sale dedicate, secondo le regioni, dovrebbero essere portate a 2250 invece delle 5mila previste dall’Economia, si scenderebbe poi a 8mila punti scommesse invece di 10mila (il 47% in meno rispetto ai tetti della legge di Stabilità 2016). La controproposta regionale porterebbe il network legale a meno di 45 mila esercizi (per l’esattezza 44.250) invece dei 55mila stimati da via XX Settembre. Inevitabili sarebbero i contraccolpi negativi su posti di lavoro, presidio del territorio, capacità di contrasto a gioco illegale e ludopatia. Senza contare, riferiscono fonti istituzionali, gli effetti sul gettito erariale: per il settore dell’automatico, che già perde quest’anno poco meno di 200 milioni di prelievi, la previsione è di almeno mezzo miliardo in meno. Vediamo ora, punto per punto, le posizioni Mef e regioni a confronto.

SLOT MACHINE – Attualmente sono attive circa 250mila slot. Secondo il Mef, è possibile “ridurre il numero di tali apparecchi confermando quello previsto (200mila) dalla Finanziaria 2020”. Il taglio secco sarebbe del 20 per cento. Secondo le regioni, invece, il numero deve scendere addirittura a 180mila (meno 28 per cento), con conseguente, pesante contrazione del gettito fiscale.

VIDEOLOTTERIES – Secondo i numeri ufficiali, operano sul territorio circa 55mila Vlt. Si può ipotizzare – sostiene via XX Settembre - “una riduzione del numero di apparecchi rispetto a quanto previsto dalla Finanziaria 2020 per la nuova gara per la raccolta del gioco attraverso apparecchi”. Il numero può essere fissato a 45mila Vlt da installare in sale dedicate, agenzie di scommesse e Bingo: il taglio sarebbe del 19% rispetto ad ora, del 10% rispetto alla gara prevista dalla Finanziaria. Per le regioni non basta: il taglio deve essere del 25%, giungendo a 41.250 apparecchi.

LUOGHI SENSIBILI – Due sarebbero le tipologie di luogo sensibile da tutelare secondo il Mef: Istituti con scuole secondarie di primo e secondo grado (medie e superiori) e strutture sanitarie che ospitano centri per la cura delle dipendenze. Per le regioni, devono essere aggiunte altre tre tipologie: luoghi di culto, strutture di aggregazione giovanile (palestre/oratori) e centri anziani.

DISTANZIOMETRO – Il Mef propone di superare la distinzione tra esercizi generalisti e non generalisti, incentrandosi sulla distinzione tra “certificati e non certificati”. La certificazione attesta “la maggiore professionalità e affidabilità degli esercizi, in relazione alla prevenzione dei disturbi da Gap (Gioco d’azzardo patologico) e al rispetto del divieto di gioco minorile”. Per il Mef, si supera così la necessità di distanze “fisiche” – che sarebbe azzerata per i negozi di gioco certificati. Per chi non ha la “patente”, invece, varrebbe il distanziometro di 200 metri dai luoghi sensibili. Il principio della certificazione è sostanzialmente condiviso dagli enti locali, che però puntano a mantenere un doppio distanziometro: distanza di 150 metri (invece di zero) dai luoghi sensibili per chi è certificato, 200 metri (non 250) per i non certificati.

ORARI – Chiusure più lunghe anche sul fronte degli orari: sei ore - dalle 5 alle 9 (non le 8.30 come suggerito dal Mef) e dalle 13 alle 15 - per i negozi certificati, otto ore (5-10 e 13-16) per gli altri. L’accordo Stato-regioni del 2017 (mai applicato) prevede sei ore di chiusura.

FONDO E OSSERVATORIO - Nella discussione delle regioni, è entrato pesantemente il tema dell’abolizione – prevista dalla legge di Bilancio 2025 – dell’Osservatorio sul gioco d’azzardo e del “trasferimento” del Fondo per il Gap (Gioco d’azzardo patologico), finanziato fin qui dallo Stato per 50 milioni all’anno e gestito proprio dalle regioni, nel più ampio Fondo dipendenze patologiche. Uno strumento incaricato di provvedere alla cura di tutte le dipendenze, il cui ambito è definito dall’Organizzazione mondiale della Sanità. La prima dotazione per il 2025 è di 44 milioni di euro. Una decisione, secondo alcune analisi, che rischia di causare una sorta di “arretramento istituzionale” sul tema, aprendo la strada ad un incremento delle patologie collegate al gioco d’azzardo. L’improvviso irrigidimento delle regioni nella trattativa con il Mef, secondo quanto si apprende, deriverebbe anche dall’improvviso stop a Osservatorio e fondo Gap.

NT/Agipro

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