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Attualità e Politica

03/04/2017 | 15:39

Slot Piemonte, Verona (Astro): “Favorevoli a riduzione offerta, distanziometro non è la soluzione”

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astro verona piemonte

ROMA - “Dobbiamo riconoscerlo, l’offerta di gioco è eccessiva nel suo complesso. L’industria, quella seria, quella responsabile, quella che vuole essere in compliance con il territorio e non contro il territorio è pronta a ridurla”. E’ quanto ha detto Lorenzo Verona, Vicepresidente e responsabile per i territori di Astro, nel corso del convegno “30 settembre 2017. La fine del gioco lecito” organizzato a Torino.

“Sono anni che chiediamo una riduzione orizzontale dell’offerta di gioco. Ma una riduzione orizzontale non prevede l’eliminazione di un prodotto o di un intera filiera a discapito o favore di altri prodotti o altre filiere, prevede un passo indietro comune di tutti gli attori del gioco, una riduzione di tutti i prodotti da gioco” ha detto ancora.

Secondo Verona una prima mossa potrebbe essere “tornare al vecchio contingentamento e ridurre il numero massimo di slot nei pubblici esercizi fino ad arrivare a 3-4, dimezzando il potenziale installabile attualmente che è di 8”. Una proposta contenuta nel progetto “Un gioco buono per il territorio”, con il quale l’associazione ha puntato a “coniugare i vari interessi delle parti ascoltando soprattutto le sensibilità e le necessità delle amministrazioni locali, della società civile ed anche di alcune associazioni no slot, nonché ovviamente di decine di medici delle ASL”.

Abbiamo provato a spiegare che nel 2017 i distanziometri e gli orari risultano se non altro provvedimenti anacronistici - ha detto ancora Verona - nel mondo on line non esistono luoghi sensibili o orari. Credo che ognuno di noi sia disposto a rinunciare ad una parte dei propri ricavi, ma allo stesso tempo non possiamo più sopportare scadenze e minacce di cancellazione delle nostre aziende”. Verona ha ribadito che non possono essere messe a rischio delle realtà “che ormai hanno dimostrato di avere una dimensione professionale e industriale. C’è anche chi propone contributi per dismettere, chiudere, far scomparire le aziende: l’industria non chiede l elemosina, l’industria chiede che la propria dignità imprenditoriale venga rispettata”.

RED/Agipro

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