Attualità e Politica
20/12/2016 | 10:25
20/12/2016 | 10:25
ROMA - I Monopoli di Stato dovranno valutare la modifica del bando di gara per 120 nuove concessioni online, nella parte in cui sono individuate, nello schema di convenzione, “le fattispecie in cui è consentito all'Amministrazione di revocare, sospendere e dichiarare la decadenza della concessione scaturita dalla procedura”. È quanto si legge nel parere della Seconda sezione del Consiglio di Stato che invita i Monopoli “a valutare la possibilità di riformulare il predetto art. 21 dello Schema”. I giudici amministrativi hanno rilevato che nell’articolo in questione non è disciplinata “l’ipotesi di risoluzione della concessione per inadempimento dell’Amministrazione”.
No al criterio “cronologico” nella valutazione delle domande
Il Consiglio di Stato esprime perplessità anche sul Paragrafo 13 della documentazione di gara per le concessioni online. A non convincere è il criterio con cui l’Amministrazione dovrebbe valutare le domande di partecipazione che, secondo quanto prevede il testo attuale, “saranno esaminate nell’ordine cronologico di presentazione”, fino alla numero 120. La conseguenza, scrivono i giudici nel parere, è che “le domande pervenute dopo la decorrenza del numero di concessioni messe a bando non saranno in ogni caso prese in considerazione anche nell’ipotesi in cui queste ultime provengano da soggetti in possesso dei requisiti individuati”, una previsione che “non appare conforme alla natura competitiva della procedura in esame”. Palazzo Spada invita dunque i Monopoli a “a superare la problematica” e inoltre a una maggiore trasparenza nei criteri e le modalità di selezione della commissione di selezione.
Gara off limits solo per chi ha condanne in via definitiva
La Seconda sezione del Consiglio di Stato nutre dubbi sulla disposizione prevista dai Monopoli che prevede l’esclusione dalla gara per le concessioni di gioco online di soggetti “condannati, anche con sentenza non definitiva” o anche solo imputati. I giudici rilevano però che rispetto ad alcuni dei reati elencati dai Monopoli, il Codice degli Appalti prevede “il non essere stati condannati con sentenza definitiva”. L’Amministrazione “non ha proceduto ad esplicitare le ragioni sottese a tale scelta” e i giudici chiedono di riformulare il punto.
Per quanto riguarda le condizioni e gli oneri necessari per la concessione, il Consiglio di Stato invita ad ampliare la lista di requisiti richiesti rispetto a quelli già individuati nella documentazione, in particolare quelli “di affidabilità e professionalità” dei soggetti partecipanti.
Il Collegio chiede inoltre all’Amministrazione di prevedere maggiore disponibilità alle richieste di chiarimento formulate dai partecipanti in merito alla procedura, “a condizione che tali richieste non siano irrilevanti”.
Chieste modifiche all’ammontare delle garanzie
Il Consiglio di Stato, infine, rileva altre due possibili criticità nel bando di gara per i giochi online. “In relazione alla consistenza della garanzia provvisoria (pari a 100 mila euro, ndr), la Sezione osserva che la consistenza di tale garanzia risulta differente da quanto previsto, in termini generali, dall'articolo 93 del Codice degli Appalti.” Inoltre, per la garanzia a copertura degli obblighi della concessione, il Collegio osserva che i due massimali di 100 mila euro ciascuno rappresentano un importo che “sembra essere stato determinato con criteri differenti” rispetto a quando previsto dal Codice. Anche in questo caso, “l’Amministrazione non ha formulato alcun rilievo concernente le motivazioni” di tali scelte e dunque il Consiglio di Stato invita i Monopoli a individuare delle garanzie “secondo i criteri previsti dalla normativa generale di riferimento o, quantomeno, ad esplicitare le ragioni che hanno comportato una scelta differente rispetto ai parametri”.
Gioco online: 100 operatori per un mercato da 900 milioni di euro
Sono circa 100 i concessionari di gioco online autorizzati in Italia, che gestiscono un mercato che per il 2016 potrebbe arrivare a una spesa - il valore delle giocate al netto delle vincite pagate - da oltre 900 milioni di euro. Fra questi, oltre 50 operatori sono quelli “storici”, con una concessione che risale al Bando Bersani del 2006, scaduta a giugno del 2016 e ora in proroga, mentre altri 48 sono entrati nel settore grazie alla legge Comunitaria del 2009. In prevalenza i concessionari hanno sede in Italia - circa 70 - mentre 30 sono invece player internazionali con il proprio centro operativo in Paesi dell’Unione Europea. Rilevante la quota online delle scommesse sportive, che rappresenta più della metà della raccolta complessiva del settore: da inizio 2016, su una raccolta totale di 6,7 miliardi, circa 3,7 sono riferibili a puntate sul web, con una spesa dei giocatori pari a 320 milioni. Nel gradimento dei giocatori “valgono” di più i casinò online, con una spesa da inizio anno che supera i 390 milioni, mentre è più contenuta la dimensione del poker e degli “skill games”: sia i tornei che le partite in modalità cash, gli italiani hanno speso poco più di 60 milioni.
LL/Agipro
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