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Attualità e Politica

05/09/2017 | 11:55

Scommesse, Cassazione conferma: intermediazione è reato

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ROMA - Nei locali sprovvisti necessarie autorizzazioni non è possibile raccogliere direttamente scommesse, in caso contrario i titolari dei punti vendita commettono il reato di intermediazione e di raccolta abusiva: è quanto ribadisce la Sezione Feriale Penale della Corte di Cassazione, che ha dichiarato infondato il ricorso presentato dal titolare di un negozio in provincia di Ragusa. L’imputato era stato condannato a quattro mesi di reclusione prima dal Tribunale di Modica e poi dalla Corte di Appello di Catania per raccolta abusiva: l’esercizio commerciale da lui gestito era abilitato solo all’apertura di conti gioco, ma l’apparecchio elettronico che teoricamente doveva essere messo a disposizione dei clienti per effettuare le scommesse era in realtà gestito dal titolare, che lo utilizzava in via esclusiva per accettare le giocate. Per la Cassazione il tribunale e la Corte di Appello hanno correttamente applicato la pena, individuando “i caratteri propri dell’intermediazioni nella raccolta di scommesse sportive, vietata perché priva di licenza di pubblica sicurezza”. L’imputato, sottolinea ancora il Collegio “aveva provveduto alla raccolta senza la prescritta autorizzazione, in ciò peraltro esulando dall’ambito di attività previste dal contratto stipulato con la società concessionaria”. La condanna è stata dunque confermata. LL/Agipro

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