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Attualità e Politica

19/01/2021 | 16:04

Giochi e "distanziometro" a Bologna, As.tro: "Chiusura delle sale non ferma la ludopatia e mette in crisi il settore: serve revisione della legge regionale"

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ROMA - La chiusura di 40 sale scommesse a Bologna non è il giusto parametro per misurare l'efficacia della legge regionale contro la ludopatia, e anzi è un segnale di estremo allarme per i lavoratori di un settore che svolge la sua attività «nella piena legalità». L'associazione di operatori di gioco As.Tro esprime il rammarico per le dichiarazioni dell'assessore al Commercio e alla Sicurezza, Alberto Aitini, che la scorsa settimana in Commissione aveva plaudito ai risultati del "distanziometro", che ha portato alla chiusura o alla delocalizzazione di «oltre 40 sale scommesse». Claudio Bianchella, Responsabile del Territorio As.Tro, spiega in una lettera inviata all'assessore che tali attività «sono sorte e sviluppate nella piena legalità e sono tuttora considerate lecite dallo Stato». A sorprendere, prosegue Bianchella, è che l'efficacia della legge contro il gioco patologico viene misurata attraverso «il numero di imprese che per effetto di essa hanno chiuso, anziché fare riferimento agli effetti sanitari che con questa norma ci si proponeva di ottenere». Nelle dichiarazioni di Aitini «non cogliamo alcun riferimento a eventuali benefici nella lotta al gioco patologico». Tale misurazione «avrebbe un senso se le attività che offrono gioco chiudessero per sopraggiunta carenza della domanda, anziché per effetto di un atto» di legge «a seguito del quale la domanda si sposta altrove (soprattutto verso l'offerta illegale). Bianchella ricorda all'assessore «la Relazione Valutativa presentata dalla Giunta Regionale lo scorso novembre, nella quale è dato atto che il numero di persone assistite per le dipendenze sono "in costante aumento"». In più, «secondo lo studio della CGIA di Mestre sulla legge regionale, le persone che perderanno il posto di lavoro per effetto della sua applicazione sono state stimate per difetto a 3.700 unità». Per questo As.stro ha inviato ai consiglieri regionali un'istanza affinché «venga seriamente presa in esame l'ipotesi di una radicale revisione» della legge. LL/Agipro

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