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Attualità e Politica

24/05/2017 | 15:30

Riordino giochi, Spinelli (Osservatorio Toscana): «I comuni vanno tutelati, ma servono norme a prova di Tar»

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ROMA - I sindaci ordinano, il Tar boccia. In Toscana sta diventando una dinamica consueta, un meccanismo di azione-reazione che rende carta straccia i regolamenti comunali sui giochi. È successo nell'arco di poche settimane alle ordinanze di Firenze, Grosseto e Livorno, non proprio lande marginali. Ne parliamo con Serena Spinelli, che oltre a essere consigliera regionale, presiede l'Osservatorio sul fenomeno della dipendenza da gioco, organo permanente espressamente previsto dalla legge toscana che disciplina il settore. «Nei casi di Firenze e Grosseto – ricorda la Spinelli, che in consiglio è iscritta al gruppo di maggioranza “Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista” - alla base delle bocciature del Tar c'è soprattutto una mancanza di sostanza e di accuratezza nei dati scientifici che devono supportare le ordinanze. Questi dati devono essere più precisi e riferiti al territorio di competenza, altrimenti non reggono alle sentenze. Proprio per questo abbiamo collaborato con l'Anci Toscana per l'emanazione di un regolamento guida che non tema i ricorsi. È a disposizione di tutti i Comuni. Voglio però anche sottolineare che in Italia ci sono decine di casi in cui i Comuni hanno emanato ordinanze restrittive e i ricorsi sono stati respinti».  
Di Firenze e Grosseto si è detto. Ma c'è anche il caso Livorno, il cui regolamento è stato stoppato dal Tar per l'eccessiva proliferazione dei punti sensibili. Il combinato disposto tra il distanziometro a 500 metri e il lungo elenco di luoghi da tutelare rende in pratica tutto il territorio comunale off limits, almeno così ha ritenuto il tribunale. La consigliera non scende nel dettaglio livornese, ma annuncia: «Sul tema dei punti sensibili, a breve presenterò una proposta di modifica alla legge regionale, elaborata insieme a Anci Toscana, proprio per andare incontro ad alcune indicazioni avanzate dai Comuni».
Che bilancio può fare dell'attività dell'Osservatorio sulla ludopatia, di cui è presidente? «In Toscana – spiega la Spinelli - abbiamo un grande patrimonio di risorse e professionalità che già stanno cooperando nel contrasto al gioco d'azzardo patologico e che sono rappresentate nell'Osservatorio, composto da esponenti dei Comuni, delle associazioni del terzo settore, da un rappresentante per ogni Ausl e da tre esperti in materia di dipendenza da gioco d'azzardo. Abbiamo il compito di monitorare il fenomeno, con l'analisi e la raccolta di dati statistici, di elaborare proposte e coordinare iniziative di informazione e prevenzione».

Sul suo sito ha criticato il piano di riordino dei giochi elaborato dal Governo, peraltro politicamente “amico”. In effetti, la distanza fra Esecutivo ed enti locali rimane notevole su temi cardine come le distanze e il numero dei punti sensibili (la bozza governativa ne individua solo tre). Ma se il muro contro muro durasse, il Governo potrebbe decidere di fare da solo, cosa che già sta avvenendo con la riduzione delle slot, inserita come emendamento alla manovra. Non crede che agli enti locali a questo punto converrebbe un'intesa?

«Personalmente penso di sì, ma l'accordo in ogni caso non può limitare pesantemente l'azione di Comuni e Regioni, non può smontare il concetto di distanza con l'istituzione di punti vendita certificati, non può limitare drasticamente i luoghi sensibili».

Esistono punti sui quali può ripartire la trattativa? «La riduzione delle slot decisa dal Governo è positiva, così come gli aspetti legati alla formazione e il controllo tramite tessera sanitaria. Servirebbe più coraggio per andare verso il divieto assoluto di pubblicità e per intervenire anche sul resto dell'offerta, non solo sulle slot».

MF/Agipro

 

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