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Attualità e Politica

07/10/2019 | 12:04

Operazione "Provider", Cassazione conferma condanna per il numero uno dell'associazione a delinquere

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ROMA - Si chiude con la condanna a quattro anni di reclusione il ricorso di Paolo Rigano, uno dei principali indagati dell'operazione "Provider", in Corte di Cassazione. I giudici supremi hanno confermato la decisione della Corte di Appello di Messina del 2017. Al centro dell'attenzione l'associazione a delinquere - di cui Rigano era il promotore - che tra il 2008 e il 2009 sfruttava le licenze regolari per la gestione di siti di scommesse per creare una serie di siti paralleli. Grazie a sofisticati sistemi di gestione, l'associazione era in grado di raccogliere illecitamente gioco e di pilotare le partite di poker. Rigano, scrive la Cassazione «aveva creato una associazione a delinquere articolata in una complessa struttura organizzativa e finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di reati in materia di giochi e scommesse, comprendente non soltanto le scommesse abusive, ma anche la commercializzazione abusiva di biglietti della lotteria». Grazie agli esperti informatici assoldati dal gruppo, venivano sfruttate «le licenze regolari per la gestione di siti di scommesse online creando una serie di siti paralleli, apparentemente identici a quelli autorizzati e collegati a provider aventi sede all'estero, che permettevano, grazie a sistemi di gestione delle scommesse, di pilotare le partite di poker in modo che la percentuale di carte vincenti non venisse mai fornita al giocatore e controllavano le scommesse delle partite sportive, incidendo sulla percentuale delle puntate». Oltre alla condanna di Rigano, sono state confermate anche quelle del figlio Riccardo (due anni) e di Silvio Mercieca (due anni e sei mesi), uno dei suoi più stretti collaboratori. Sono state invece annullate quelle di Eugenio Chiarello, Fernando Orlandi e Luigi Spina, «per essere i reati a loro ascritti estinti per prescrizione». LL/Agipro

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