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Attualità e Politica

16/02/2021 | 14:07

Operazione "E-gaming", Adm e Polizia locale di Genova scoprono una sala scommesse non autorizzata

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ROMA - I funzionari dell'Agenzia Dogane e Monopoli, in collaborazione con la Polizia Locale di Genova, hanno scoperto un punto vendita ricariche (P.V.R.) che operava come sala scommesse non autorizzata.

Già da qualche tempo, si legge in una nota Adm, era finito sotto osservazione un esercizio commerciale a Sampierdarena, attivo come P.V.R. per conto di un noto gestore nazionale dell’e-gaming, e sospettato di ricevere direttamente, senza le necessarie autorizzazioni, le giocate richieste dall’utenza.
L’11 gennaio è scattato il blitz con l’ausilio degli agenti della Polizia Locale, che ha consentito ad Adm di accertare che il gestore dell’esercizio operava in condizioni di illegalità. Nel corso dell'operazione sono stati scoperti numerosi scontrini di giocate telematiche e da alcuni quaderni nei quali erano state annotate, giorno per giorno, le giocate ricevute e le relative vincite.
La vigente normativa consente a un giocatore, attraverso le proprie strumentazioni informatiche, se titolare di un conto gioco, di collegarsi a una piattaforma informatica, autorizzata da Adm, per giocare online.
Lo stesso giocatore, ricorda l'Agenzia, può alimentare tale conto gioco attraverso versamenti effettuati on-line o mediante l’acquisto di apposite carte di ricarica presso un “P.V.R.”. Questo - a meno che non sia in possesso di apposite autorizzazioni della Questura e di ADM – non può operare come sala scommesse, ricevendo direttamente le giocate richieste dagli scommettitori, né mettere a loro disposizione le strumentazioni informatiche necessarie per “piazzare” direttamente le giocate.
Le verifiche condotte hanno permesso di scoprire che il gestore dell’esercizio consentiva di giocare utilizzando conti gioco di clienti vari e non quello dell’utente che di volta in volta richiedeva il piazzamento della scommessa in base a un modus agendi non legittimo.
I funzionari Adm hanno sequestrato la documentazione probatoria rinvenuta e il gestore del P.V.R. è stato denunciato alla Procura della Repubblica. RED/Agipro

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