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Attualità e Politica

07/09/2017 | 17:17

Intesa Governo-Regioni: riduzione offerta, si comincia dal Piemonte

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ROMA – La prima regione sarà il Piemonte, le altre seguiranno a ruota. L'accordo fra Stato ed enti locali sul piano di riordino dei giochi dà il via libera alle leggi regionali che disciplinano il contrasto alla ludopatia. Ciò vuol dire che le vecchie concessioni, nella quasi totalità dei casi, non saranno rinnovate perché non in regola con i severi distanziometri locali. In Piemonte, la data spartiacque è il 30 novembre 2017. A partire dal giorno dopo, gran parte delle slot in esercizio sul territorio dovrà staccare la spina, per effetto della legge regionale, secondo la quale tutti coloro che gestiscono apparecchi di gioco negli esercizi pubblici o aperti al pubblico devono adeguarsi alla normativa vigente entro diciotto mesi dall'entrata in vigore della legge, firmata il 2 maggio 2016. Adeguarsi vuol dire mettersi in regola con il “distanziometro”: nei comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti, l'installazione di slot e videolottery è vietata in locali che distano meno di trecento metri da una nutrita serie di “punti sensibili”, nei quali sono compresi luoghi di culto, scuole, impianti sportivi, ospedali, oratori, istituti di credito e stazioni ferroviarie. La distanza diventa di cinquecento metri nei comuni con più di cinquemila abitanti. Il taglio del 30 novembre riguarda le slot installate nei locali pubblici, come bar e tabacchi. Più tempo viene dato alle sale da gioco e sale scommesse, che dovranno adeguarsi entro tre anni dall'approvazione della legge o addirittura entro cinque anni, nel caso di licenze decorrenti dal 1° gennaio 2014.

Emilia-Romagna: in corso la mappatura delle sale “proibite”

In Emilia-Romagna la legge regionale che disciplina i giochi è stata votata nel 2013, ma le modalità applicative sono entrate in vigore solo nel giugno 2017. Entro 500 metri da una serie di luoghi sensibili è vietata l'apertura di sale giochi, nonché l'installazione di apparecchi negli esercizi pubblici. I Comuni sono chiamati entro il prossimo dicembre a individuare i luoghi sensibili sul proprio territorio e gli esercizi non in regola con il distanziometro. Sulla base di questa mappatura, ogni comune nei successivi sei mesi, vale a dire nel primo semestre del 2018, comunicherà alle sale “sotto distanza” i provvedimenti di chiusura e, per quanto riguarda gli esercizi pubblici, il divieto di installazione di nuovi apparecchi e il divieto di rinnovo dei contratti tra esercente e concessionario. Gli esercenti che vorranno proseguire la loro attività in una zona non soggetta al divieto potranno usufruire di una proroga di ulteriori sei mesi.

Liguria, la proroga scade nell'aprile 2018

Per quanto riguarda il taglio delle vecchie licenze, a metà del 2018 si riproporrà anche il “caso Liguria”, che ha fatto da fragoroso apripista nella primavera scorsa. La Liguria, la cui legge regionale risale al 30 aprile 2012, è stata la prima regione ad arrivare alla “dead line”, fissata al 30 aprile 2017. Dopo quella data, tutti i gli apparecchi di gioco posti in locali a meno di 300 metri da uno dei punti sensibili dovevano essere considerati fuorilegge. Fatta una veloce mappatura del territorio, il taglio riguardava circa il 90% delle autorizzazioni. Con l'avvicinarsi della scadenza, è cresciuta la pressione delle rappresentanze delle imprese di gioco e degli esercenti, sul piede di guerra per le ricadute occupazionali che l'applicazione della legge avrebbe determinato. Il governatore della Liguria Giovanni Toti e l'assessore per lo sviluppo economico Edoardo Rixi si sono subito mostrati favorevoli a prorogare di un anno la scadenza, ciò che è avvenuto il 1° aprile dopo un serrato dibattito politico con le opposizioni. L'obiettivo, secondo Toti, è arrivare a una nuova legge prima del termine della proroga: «Io auspico – ha dichiarato - che, procedendo per gradi, saremo stati capaci di arrivare a un testo condiviso ma, in caso contrario, questa Giunta non si sottrarrà alla propria responsabilità e porterà comunque un nuovo testo all'esame del Consiglio».

Abruzzo e Puglia, il taglio a fine 2018

In Abruzzo, gran parte delle vecchie licenze, riguardanti sale giochi e apparecchi installati negli esercizi pubblici, rischia di decadere definitivamente nell'ottobre del prossimo anno, vale a dire dopo cinque anni esatti dall'approvazione della legge che regola il settore, la numero 40 del 2013. Al termine dei cinque anni, saranno in regola solo gli esercizi ubicati ad almeno 300 metri da un elenco molto nutrito di punti sensibili, che comprende scuole di ogni ordine e grado, comprese le università; strutture sanitarie, centri di aggregazione giovanile; impianti sportivi; caserme; luoghi di culto; cimiteri. 

Situazione analoga in Puglia, salvo che la distanza da osservare non è di 300 ma di 500 metri. Il termine dei cinque anni per le vecchie autorizzazioni è fissato al dicembre 2018, a cinque anni dall'approvazione della legge regionale che disciplina i giochi (la numero 43 del 2013).

MF/Agipro

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