Attualità e Politica
07/02/2017 | 16:00
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ROMA - La tutela della salute pubblica legittima le ordinanze comunali che limitano l’orario di funzionamento delle sale giochi. È quanto ha ribadito il Tar Veneto nelle sentenze che bocciano i ricorsi della Bingo Star Rovigo Srl contro il regolamento comunale che limita dalle 14.30 alle 22.30 (da ottobre a metà giugno) e dalle 15.30 alle 23.30 (da metà giugno a fine settembre) l’orario di apertura delle sale e il funzionamento delle slot. “La competenza del Sindaco ad emanare le ordinanze è pacifica in giurisprudenza”, scrive la Terza sezione. “La limitazione degli orari di apertura delle sale da gioco o scommessa e degli altri esercizi in cui sono installate apparecchiature per il gioco - continua il Collegio - è stata disposta dal Comune per tutelare la salute pubblica e il benessere socio-economico dei cittadini”. Non esiste per i giudici il difetto di istruttoria, dovuto - secondo i ricorrenti - alla mancanza di indagini specifiche sull’incidenza della ludopatia nel territorio comunale. “Nell’attuale momento storico la diffusione del fenomeno in ampie fasce della società civile costituisce un fatto notorio - si legge ancora - I dati forniti dalla ASL Rovigo evidenziano che la crescita del fenomeno ha riguardato anche l’ambito territoriale”. Per questo motivo non sussiste la presunta violazione della libertà d’impresa_ “La libertà di iniziativa economica non è assoluta, non potendo svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. L’apertura giornaliera di otto ore “appare al Collegio proporzionata rispetto agli obiettivi perseguiti (prevenzione, contrasto e riduzione del gioco d’azzardo patologico), realizzando un ragionevole contemperamento degli interessi economici degli imprenditori del settore con l’interesse pubblico”. LL/Agipro
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