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Attualità e Politica

04/12/2017 | 14:35

Poker Live, Tresa: «Calo sensibile di giocatori e circoli. Il movimento paga la battaglia anti-giochi»

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tresa poker live

ROMA - Niente regolamentazione e niente numeri ufficiali per il poker live: fino a qualche anno fa si parlava di circa 2 milioni di appassionati e 600 sale sparse in tutta Italia, oggi «di sicuro i giocatori sono calati sensibilmente e le strutture sono molte di meno, forse una decina per ogni regione e solo alcune di dimensioni rilevanti. Credo che a stento si arrivi a 200». È quanto dice ad Agipronews Domenico Tresa, che negli anni in cui il poker live sembrava destinato a un futuro radioso, aveva fondato «l’associazione Italian Rounders, che metteva in un network i circoli italiani». Come “addetto ai lavori”, Tresa ha anche partecipato al tavolo che era stato avviato tra Monopoli di Stato e concessionari per valutare la fattibilità di regolamentare e offrire sul territorio i tornei live, «un progetto poi arenato per una serie di sfortunati eventi: di certo hanno pesato le criticità legate a come inquadrare i “dealer” (gli addetti al tavolo che distribuiscono le carte ai giocatori, ndr), in particolare in materia di sicurezza e controllo, ma a incidere ancora di più, parliamo del 2012, è stato l’inizio di una battaglia avversa a tutto il settore giochi, che ha affievolito la volontà politica di mettere le mani sulla questione poker live».

Secondo Tresa, nel corso di questi anni «gli interessi dei singoli si sono accentuati a discapito di una dimensione di movimento, non ci sono sollecitazioni per progetti più ampi, anzi c'è diffidenza verso qualunque forma di unione e forse a qualcuno magari sta bene anche così. Paradossalmente oggi ci sono zone grigie che mettono più a rischio chi vuole giocare a poker dal vivo, mentre con una regolamentazione potrebbe farlo divertendosi».
PG/Agipro

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