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29/09/2015 | 11:00

Casinò, continua la crisi a Macao: crollano i ricavi anche per i "gambling travel planner"

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Casinò Macao

ROMA - La crisi dei casinò di Macao è ormai conclamata e strutturale: lo certificano gli incassi, in calo da 15 mesi consecutivi (ad agosto il trend è stato del -35,5% in meno rispetto allo scorso anno), lo confermano anche le principali società "junket", "gambling planner" che si occupano di portare i clienti più facoltosi dal resto della Cina, dove l'azzardo è vietato. Una delle più grosse di queste aziende, la Neptune Group, in seguito a una flessione importante della propria quotazione azionaria, ha annunciato che nei prossimi mesi potrebbe chiudere le operazioni verso Macao, se il calo degli incassi dovesse proseguire. Nelle sale di Macao la clientela "Vip", composta da alti funzionari e imprenditori cinesi, rappresenta circa la metà del volume di gioco: il calo, secondo alcuni analisti interpellati dalla Reuters, è dovuto in particolare alla stretta del Governo cinese sulla corruzione dei dirigenti e sui movimenti di capitali, non sempre in regola: proprio uno dei principali azionisti della Neptune, Cheung Chitai, è al momento sotto accusa, con il fisco che gli contesta di non aver applicato le norme antiriciclaggio su somme per oltre 200 milioni di euro

FP/Agipro

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