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21/03/2018 | 13:26

Usa, tre nuovi “big player” nella American Gaming Association: Gvc, Paddy Power Betfair e Stars Group

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usa Gvc Paddy Power Betfair Stars Group

ROMA - Ci sono tre nuovi “big player” nella American Gaming Association, l’organizzazione che riunisce gli operatori di gioco attivi negli Usa - principalmente i casinò statali - e che da anni spinge per regolamentare il settore: sono entrati ufficialmente nel Board dell’associazione sei nuovi operatori, tra questi ci sono anche Gvc Holdings, Paddy Power Betfair e The Stars Group. Un ulteriore indizio sul possibile cambio di scenario atteso nei prossimi mesi, con la Corte Suprema degli Stati Uniti che potrebbe abolire il divieto federale per le scommesse sportive: nei prossimi mesi è attesa la decisione su ricorso del New Jersey, ma intanto si accumulano gli indizi su possibile cambio radicale. Le leghe sportive professionistiche hanno iniziato a ipotizzare come trarre benefici dal possibile business, i diversi Stati stanno mettendo in moto gli uffici legislativi e sono già diversi i progetti di legge in cantiere.

Il volume d’affari delle scommesse sportive (ad oggi) illegali negli Stati Uniti d’America - secondo un’analisi della società H2 Gambling Capital - è di oltre 196 miliardi di dollari l’anno, circa 165 miliardi di euro, pari al 97% di tutte le giocate effettuate dai cittadini Usa, mentre al netto delle vincite il margine è stato di 10,4 miliardi di dollari, circa 8,8 miliardi di euro.

A dicembre dello scorso anno è stato discusso in Corte Suprema il ricorso presentato dal New Jersey - appoggiato anche da Mississippi e Connecticut - contro il divieto sulle scommesse sportive contenuto nel Professional and Amateur Sports Protection Act (Paspa). Il blocco risale al 1992: il Paspa non consente ai singoli stati l’apertura delle scommesse, a eccezione di Nevada, Oregon, Montana e Delaware. Solo il Nevada, però, ha effettivamente dato il via alle giocate. La richiesta di intervento della Corte è stata avanzata dal governatore del New Jersey, Chris Christie, e punta a ottenere la regolamentazione delle giocate sullo sport, dopo che sono già state autorizzate le giocate online per poker e casinò. Il primo disegno di legge è stato presentato nel 2011, ma le leghe sportive professionistiche hanno da subito iniziato la battaglia legale per vietare la partenza delle giocate. Ad agosto del 2016 la regolamentazione è stata bocciata dalla Corte Federale, nei prossimi mesi tutto potrebbe cambiare.

Che la questione sia calda, lo dimostra il fatto che sulla legalizzazione delle scommesse anche in ambito sportivo, ma non solo: la Nba ha deciso che è tempo di pensare al futuro e di lanciarsi in un business ricchissimo, in vista della decisione della Corte Suprema, una quota ritenuta “fair” potrebbe essere l’1% di tutto il volume di gioco, ma su questo si aprirebbero altri margini di trattativa.

La vicenda travalica anche il mondo dello sport e delle scommesse, i due settori direttamente interessati: la Verizon, una delle principali società di telecomunicazioni attive negli Usa, sta valutando un possibile ingresso nello sport betting. Secondo Bloomberg, la valutazione è stata commissionata anche per dare seguito all’acquisto di Yahoo, che ha portato in dote anche il business sui fantasy sport (un tipo di gioco a metà strada tra le scommesse e il fantacalcio). Un asset che potrebbe anche espandersi verso le puntate più tradizionali, se la Corte Suprema dovesse dare il via alla rivoluzione per il betting. Proprio grazie alle norme sui fantasy sport, le scommesse sportive potrebbero espandersi in maniera rapida in almeno 18 Stati, che regolamentano questo tipo di gioco: un giudizio favorevole al New Jersey aprirebbe in tempi brevi la possibilità di dare il via alle puntate, tra gli altri, anche a New York, in Florida e in California.

PG/Agipro

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