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Ippica & equitazione

05/06/2010 | 20:12

I tre mesi di Baggio, dalle speranze di rilancio alla nuova, gravissima crisi

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i tre mesi di baggio dalle speranze di rilancio alla nuova gravissima crisi

(m.f.) Le dimissioni di Tiziano Baggio, presidente e commissario dell'Unire, rappresentano l'ennesima disillusione per l'ippica, che nel 2010 aspettava la rinascita dopo gli ambiziosi piani di rilancio dell'anno passato.

Manager trevigiano con esperienze in aziende di trasporti e metalmeccaniche, Baggio era stato indicato dal Ministro Zaia come nuovo presidente dell'Unire e nominato dal Consiglio dei ministri il 19 febbraio scorso. Nei giorni successivi prendeva corpo l'ipotesi commissariamento, tesa a fornire a Baggio mano libera per il rilancio dell'ippica. Voci suffragate immediatamente dalle dimissioni, il 25 febbraio, del presidente Goffredo Sottile, in carica dal dicembre 2007.

“L’Unire deve superare questo momento di straordinaria difficoltà e Tiziano Baggio è l’uomo giusto per scongiurare la morte di un settore come l’ippica, tanto prezioso per l’identità della nostra agricoltura”. Con queste parole Zaia comunicava, il 13 marzo, la gestione commissariale di Baggio. Nel ruolo di vicecommissari venivano nominati il professor Manin Carabba, ex presidente delle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei Conti; Stefano Luciani e Sandro Viani, esperti del settore ippico.

L'ostentato e rinnovato ottimismo dei vertici del settore trovava supporto nei concetti espressi dal nuovo commissario nella sua prima uscita, il 25 marzo. "La prima cosa a cui mi dedicherò nelle prossime due settimane è analizzare i libri contabili. Capire bene perché e come l'ente è messo male, soprattutto per il deficit pregresso fino al 2008”, dichiarava Baggio, intravedendo poi altre tre grandi questioni da affrontare: la moralizzazione dell'ente, la ricerca di regole chiare e applicabili, la promozione del settore.

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