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Ippica & equitazione

24/10/2012 | 16:41

Inchiesta - Ippodromi italiani, una razza in via di estinzione: il 2012 annus horribilis

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inchiesta ippodromi italiani una razza in via di estinzione il 2012 annus horribilis

 

ROMA - L’Annus Horribilis degli ippodromi italiani è ancora in corso: una proroga continua del rapporto convenzionale con l’ente che regola l’ippica italiana (l’Unire prima, l’Assi poi, oggi il Mipaaf) che scadrà definitivamente il 31 dicembre. Un rapporto che esiste ancora, pur avendo perso molto del suo valore in termini economici, con un abbattimento pari a circa il 40% dei corrispettivi garantiti agli ippodromi in qualità di “compenso” per l’esercizio delle corse. Completamente prosciugata la funzione di “centro di allenamento” che molti ippodromi svolgevano per i cavalli 'residenti' – quelli, cioè, ospitati al loro interno - per la quale, fino al 2011, avevano percepito un sostanzioso contributo. L’ippica italiana paga gli ippodromi che prestano la loro opera come teatri nei quali si svolgono le corse, che a loro volta producono scommesse sul circuito interno (ippodromi) ed esterno (agenzie) e quindi entrate decisive per tutto il movimento. Allo stato attuale, è stato predisposto un nuovo modello di convenzione, che però i rappresentanti degli ippodromi non ritengono “congruo” alla realtà, rifiutandosi di sottoscriverlo se non dopo una serie di modifiche sostanziali. Nel 2012  la voce “convenzioni” pesa per 62 milioni di euro sul bilancio complessivo, ma i tagli hanno messo alle corde i conti delle società di gestione, a partire dai grandi gruppi. (segue)

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