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Ippica & equitazione

21/08/2012 | 12:03

Ippica, Grassi (Lega Ippica Italiana): "Fondamentale il contributo di tutte le associazioni di categoria"

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ROMA - L'idea della Lega Ippica è nata "come un emendamento al Decreto Fiscale e poi come proposta di legge che, col passare del tempo, ha subìto molte modifiche; e tuttora non è la versione definitiva, perché c’è ancora molto da lavorare e in tal senso, sarà fondamentale il contributo di tutte le associazioni di categoria". Lo ha spiegato Tomaso Grassi, uno dei promotori di Lega Ippica Italiana in un'intervista a Radio Snai. "La nostra forza  - ha proseguito Grassi - è rappresentata dal fatto che, soppressa l’Assi non esiste sul campo nessuna alternativa. L’unica salvezza, insomma, è il ritorno dell’ippica agli ippici, come chiede il progetto di Lega Ippica”.

A proposito dell'incontro dei giorni scorsi con il senatore della Lega Nord Roberto Mura, tra i firmatari di un disegno di legge per l'«Istituzione della Commissione per il rilancio del Settore Ippico e delega al Governo per l'attuazione di una riforma organica del settore», Grassi ha precisato: "È stato un confronto molto positivo, il senatore ha presentato una proposta di legge con tanti principi generali validi e del tutto compatibili con il nostro progetto che, se vogliamo, possiamo definirlo più operativo, un vero e proprio progetto per il rilancio del settore, con numeri, dati ben precisi e scadenze temporali per poter tornare all’autosufficienza economica. Con il contributo del senatore e di altri dobbiamo assolutamente trovare un’unificazione di intenti e l’approvazione di un progetto, che è la base per poter sperare di salvare l’ippica”. Fondamentale, poi, è la promozione per il rilancio del settore. "Siamo usciti dal costume degli italiani e solo una massiccia azione pubblicitaria, in cui si vedano gli ippodromi, la bellezza delle corse, il fascino del cavallo e l’emozione della scommessa, può farci tornare all’attenzione del grande pubblico.  - ha concluso - Per questo, abbiamo stanziato una cifra di quasi 70 milioni da investire negli anni che vanno dal 2013 al 2015. Sono fiducioso, è impossibile che l’ippica possa morire in Italia. Non possiamo rinunciare, dobbiamo batterci fino in fondo e sono convinto che, alla fine, ce la faremo”.RED/Agipro

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