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Ippica & equitazione

28/07/2006 | 15:18

IPPICA IN ROSA, ISABELLA MANCINI (DRIVER): “MI RITENGO UNA DONNA ENERGICA, CAPACE E CAPARBIA”

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ippica in rosa isabella mancini driver mi ritengo una donna energica capace e caparbia
(c.c) Altra gentleman e driver laziale è Isabella Mancini, romana di 43 anni. “La mia passione per i cavalli inizia a 12 anni quando frequentavo la scuola media. Un giorno incuriosita chiesi di andare  al “Centro Ippico La Farnesina”, da lì scoprii l’amore per questi animali” dice Isabella. I suoi legami con l’ippica si rafforzano con l’incontro di Antonio Storti, ex cavaliere di salto ostacoli divenuto un eccellente driver, suo attuale marito. Dal 1989, entrambe abbandonano definitivamente l’equitazione e si dedicano al trotto. Isabella si laurea in legge a 25 anni, fa per un periodo l’insegnante, a 26 si sposa ed in seguito si  iscrive a veterinaria e nel 2000  si laurea dopo aver avuto due splendidi figli, ora è anche gentleman e amazzone.  “Mi ritengo una donna energica, capace e caparbia”. Attualmente si occupa dell’aspetto medico dell’azienda famigliare che lei stessa conduce con il marito. “Una passione che mio marito ed io abbiamo trasmesso ai nostri figli, Giorgio ed Andrea. Infatti, anche loro hanno fatto diverse corse con i pony ed ora hanno deciso di dedicarsi all’equitazione”.
Donna dalle splendide qualità anche in sulky. Sempre gratificata fin dalla prima corsa. “Era l’8 marzo – racconta Isabella - corsa delle donne, ed io guidavo Uriel di Casei, un maschio italiano nato nel 1994 da Somollison ed Ichnussa, corsa che  riuscii a vincere davanti gli occhi di tutti e allo stupore di molti e principalmente di me stessa”. Uriel è per lei fondamentale. Lo acquista ad un’asta a 18 mesi, ma da subito le sue condizioni di salute vanno peggiorando. Così Isabella inizia ad occuparsene, a studiare le sue malattie fino a svilupparci la propria tesi di laurea che presenta all’Università di Teramo e che le fa conquistare il titolo con il massimo dei voti. “Non avevo alternative – conclude Isabella Mancini - le sue condizioni erano pessime così decisi di farlo operare a Roma, ma i risultati furono minimi. Non mi arresi così lo portai a Teramo dove venne sottoposto ad un secondo intervento e da lì cominciò a migliorare fino al nostro debutto”. Una donna caparbia che grazie al suo modo di essere è riuscita a realizzare tutti i suoi sogni.

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