Agipronews

Hai dimenticato la password?

Ultimo aggiornamento il 23/01/2025 alle ore 20:45

Ippica & equitazione

25/07/2012 | 15:15

Ippica, la crisi vista dagli ippodromi: "Servono soluzioni rapide per salvare gli impianti"

facebook twitter pinterest
ippica la crisi vista dagli ippodromi servono soluzioni rapide per salvare gli impianti

ROMA - Due ippodromi chiusi, Padova e Firenze, e numerosi centri di allenamento che rispediscono a casa cavalli e allenatori perché non riescono a sostenere i costi di gestione. L'ultimo, in ordine di tempo, quello del trotto di San Siro che non sarà più attivo dal prossimo 1 settembre. Sono le conseguenze dei tagli all'intero settore che, in particolare nell'ultimo anno, hanno reso la situazione dell'ippica italiana "disastrosa". Lo conferma Attilio D'Alesio, presidente di Coordinamento Ippodromi, che da tempo ha chiesto un incontro con il Ministro delle politiche agricole Mario Catania. "La chiusura dei centri di allenamento è ormai una pratica molto diffusa sul territorio nazionale - ha spiegato D'Alesio ad Agipronews - E' già accaduto a Padova, Varese, Montecatini e ne seguiranno altri. E' la conseguenza principali dei tagli dell'Assi: i centri sono difficili da mantenere perché comportano molte spese e sono l'esempio più evidente della crisi dell'intero settore. Il calo delle presenze, il crollo delle scommesse e infine la situazione delll'Assi, che ormai è di fatto già stata cancellata, sono il segno della situazione generale che è molto allarmante".

La soppressione di Assi, secondo le categorie di settore, potrebbe portare al crollo definitivo dell'ippica se non si passerà subito a una ristrutturazione concreta. "La legge sarà approvata prima della pausa estiva dei lavori parlamentari. Certo in parlamento si stanno analizzando alcuni disegni di legge, come quello sulla Lega Ippica, ma c'è grande preoccupazione - ha proseguito D'Alesio. - Il problema è da affrontate subito e tutto il settore ha responsabilità. L'ippica italiana è allo sbando, le scommesse sono calate del 32% gli ippodromi chiudono e fino a questo momento non abbiamo avuto alcuna risposta dal Mipaaf che, una volta eliminata l'Assi, dovrebbe prendere il controllo della situazione".

La soluzione è da trovare di comune accordo tra parlamento e categorie del settore. "Stiamo cercando di fare un fronte comune perché in questa realtà ci sono troppe dimensioni e associazioni di categoria - ha concluso D'Alesio - Dobbiamo mostrarci uniti e fare gioco di squadra ma da parte del Ministero è necessario avviare una riforma il prima possibile perché bisogna ridisegnare un settore completamente daccapo (l'Unire esisteva dal 1932). Va bene passare al nuovo ma sono necessarie soluzioni immediate per evitare di affondare". SA/Agipro

Breaking news

Ti potrebbe interessare...

x

AGIPRONEWS APP
Gratis - su Google Play
Scarica

chiudi Agipronews
Accesso riservato

Per leggere questa notizia occorre essere abbonati.
Per info e costi scrivere a:

amministrazione@agipro.it

Sei già abbonato?
Effettua il login inserendo username e password