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Ippica & equitazione

23/08/2005 | 18:55

IPPICA: UNA INTRICATA VICENDA DI SOSTITUZIONE DI UN CAVALLO DALLA DOPPIA IDENTITA’

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ippica una intricata vicenda di sostituzione di un cavallo dalla doppia identita
(c.r.) Potrebbe sembrare la trama di un film, ma è tutto accaduto realmente. La vicenda in questione - riportata su “QS - Quotidiano sportivo” diretto da Xavier Jacobelli in collaborazione con Agipro – ha come protagonista un cavallo chiamato Grufoso, di proprietà di Luca Aliprandi.
In sette corse, che vanno dal 6 giugno 2004 al 6 febbraio 2005, Grufoso ha gareggiato sette volte ottenendo due vittorie, due secondi e un terzo posto e totalizzando 51mila euro di somme vinte. Sin qui non vi sarebbe nulla di strano, se non che a queste vittorie i signori Paolo Favero e Barbara Waldner oppongono reclamo, facendo notare come il presunto cavallo Grufoso non sia in realtà altri che Rivaldo, un soggetto che a seguito di un infortunio era stato da essi ceduto a titolo gratuito proprio ad Aliprandi, ovvero l’attuale proprietario di Grufoso, a patto però che non tornasse a gareggiare. Nell’intricata vicenda entra in gioco anche un altro cavallo, Rufus (di origine polacca), che Aliprandi ha dichiarato di avere acquistato nel 2002 e che sostiene sia diventato in seguito proprio Grufoso
 A questo punto, l’area galoppo dell’Unire ha chiesto l’esame del Dna per accertare l’identità del cavallo che ha corso con il nome Grufoso. Il responso non lascia dubbi: il cavallo in questione, nato nel 1998, è figlio di Bateau Rouge (un cavallo irlandese) e Gianna Nannini (italiana). Gli stessi di Rivaldo. Che Grufoso e Rivaldo siano lo stesso cavallo, dunque, è oramai più che un sospetto.
Tuttavia l’Unire, per mezzo del Sostituto Procuratore della Disciplina, dispone l’archiviazione del procedimento sbloccando i premi, in quanto Rivaldo e Grufoso sono sì lo stesso cavallo, ma non c’è stata sostituzione. Ciò contrasta però con gli art. 267 e 268 del regolamento di corse, che punisce con la squalifica (e soprattutto con il mancato pagamento dei premi vinti) la sostituzione, anche accidentale, di un cavallo o la sua partecipazione alla corsa sotto altro nome.
Non è certo la prima volta che un cavallo corre sotto falso nome, ma è la prima volta che, accertata l’irregolarità, riesce anche ad incassare i premi delle vittorie conseguite, suscitando proteste come quella mossa dal Comitato Intercategoriale, che ha preannunciato anche una denuncia alla Magistratura. La palla passa ora all’Unire, che dovrà decidere se riaprire il caso.

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