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Ippica & equitazione

18/12/2012 | 11:53

Ippodromi in crisi: si pensa a taglio corse del 5%

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ippodromi in crisi si pensa a taglio corse del 5 percento

ROMA - Archiviate per il momento le questioni parlamentari, sono sempre gli ippodromi al centro della questione ippica con le diverse situazioni che da nord e sud caratterizzano il settore. Ieri intanto negli uffici dell'Assi si è tenuta un'ennesima riunione tra i rappresentanti delle società di gestione e il Dirigente delegato dell'Assi Francesco Ruffo Della Scaletta. E' stata ribadita l'intenzione di procedere a un ennesimo taglio delle giornate di corse, circa il 5%, anche in virtù di una certa riduzione del parco cavalli. Con una distribuzione più omogenea durante la settimana per numero e ripartizione geografica degli ippodromi in cui svolgere la programmazione ordinaria. In pratica nel 2013 dovrebbero esserci quattro riunioni di corse  tra il lunedì e il venerdì, sei il sabato e la domenica. Il problema è a questo punto arrivare a un nuovo rapporto convenzionale: il vecchio è ormai scaduto da tempo e l'ultima proroga di fatto si esaurirà il 31 dicembre. C'è chi sostiene che non possano essere proposte altre proroghe, mentre altri, come il presidente di Coordinamento Ippodromi, Attilio D'Alesio, vorrebbero un altro mese per arrivare finalmente a una conclusione e alla firma della nuova convenzione. L'Assi dal canto suo ha proposto una soluzione intermedia, con una convenzione ponte nella quale il 75% delle attribuzioni ai vari ippodromi sarebbe assegnato mediante il vecchio metodo (frutto del cosiddetto studio Deloitte), mentre il restante 25% sarebbe assegnato secondo i parametri derivanti dal nuovo metodo Ahp. In totale, comunque l'ammontare delle risorse previste per il finanziamento degli ippodromi nel 2013 rimane fermo a quota 62 milioni di euro.

Milano e Montecatini verso lo stop

Intanto però le notizie che arrivano dai vari impianti continuano ad essere tutt'altro che positive: all'alba del primo gennaio 2013 potrebbe esserci una "geografia" ippica sostanzialmente cambiata. Ad esempio l'Amministratore Delegato di Trenno, Claudio Corradini, dopo aver di fatto chiuso nei mesi scorsi i centri di allenamento all'interno degli impianti gestiti dalla sua società, ha annunciato di aver inviato formalmente all'Assi una nota nella quale si esprime la volontà di voler sospendere l'attività degli ippodromi di Milano e Montecatini per i prossimi mesi, o almeno fino a quando non ci saranno certezze dal punto di vista della convenzione. Parte delle riunioni di Milano, naufragato il progetto di portare il trotto a Varese, potrebbero essere spostate a Torino, ma la cosa non appare così scontata anche perchè l'Amministratore Delegato di Hippogroup Torinese, Guido Melzi D'Eril, in una riunione che si è tenuta ieri ha reclamato una maggior dignità per il proprio impianto "che costiuisce da anni un'eccellenza nel panorama degli ippodromi nazionali e che pure si è visto tagliare il 30% del numero delle giornate di corse cosa che di fatto ha reso antieconomica la gestione". Anche qui si attendono certezze dalla nuova convenzione e anche qui ci sarebbe la volontà di chiudere il centro di allenamento all'interno dell'ippodromo che rappresenta ormai più un onere che un vantaggio visto che per gestirlo vengono assorbite troppe risorse in rapporto al bilancio.

Agnano, ricorso per fallimento e grane anche con l'Asl

Spostandoci più a sud ci sono i casi di Roma e Napoli che hanno in comune la gestione degli ippodromi anche se con situazioni, al momento diverse. La più grave è ovviamente quella di Agnano per la quale è stato presentato, come si legge sulla stampa locale, un ricorso di fallimento nei confronti della Ippodromo di Agnano spa  per conto di 53 dei 77 dipendenti in pianta stabile dell'impianto napoletano. La prima udienza è stata fissata per il 29 marzo e sulle carte si legge che "la società, pur avendo consegnato i prospetti paga, dal mese di luglio non ha più versato gli stipendi a nessuno dei ricorrenti e nemmeno agli altri dipendenti". Tra i quali ci sarebbero altri 48 impiegati part-time. "Vista l'evidente incapacità di far fronte ai propri obblighi, si chiede al Tribunale di dichiarare il fallimento della Ippodromi Agnano spa".
Nel frattempo il degrado avanza nell'impianto, cumuli di letame non raccolti prodotti dai circa 600 cavalli presenti nella struttura hanno allarmato anche l'Asl sulle condizioni igienico-sanitarie dell'ippodromo. E anche questo è uno dei rischi che potrebbe portare allo stop anche gli allenatori che esercitano la loro professione all'interno di Agnano. Da tempo si mormora che ci sia una cordata pronta a rilevare la gestione, ma è chiaro che l'ultima parola spetta al Comune che, secondo Francesco Gragnaniello, presidente dell'Unione Proprietari di trotto, dovrebbe fare come è stato fatto a suo tempo a Firenze, ovvero revocare la concessione alla Ippodromi Agnano spa e indire un nuovo bando di gara per la gestione.
A Roma Tor di Valle, che il 26 dicembre festeggerà il suo 53mo compleanno con una giornata tradizionalmente molto importante sul piano tecnico, si è rischiata la tempesta nei giorni scorsi con la società che aveva chiuso l'accesso alle piste e alle strutture di allenamento agli allenatori residenti nell'impianto "morosi" nel pagamento dei box. Poi è stato trovato l'accordo e per il momento si corre, ma anche qui la situazione è sempre in bilico, con gli operai che attendono il pagamento di diverse mensilità di retribuzione, pagamento peraltro parzialmente promesso proprio in questi giorni. In compenso si sente parlare poco del nuovo stadio anche se il progetto ovviamente è tutt'altro che accantonato.


Firenze isola felice, nel resto d'Italia tutti in attesa

Intanto a Merano dove la società che gestisce l'ippodromo di Maia, tempio dell'ostacolismo nazionale è in liquidazione, si va verso la cessione del ramo di azienda a una nuova società. Ad aggiudicarsi la gestione dovrebbe essere un consorzio formato da Pragma, società operante nel ramo degli apparecchi da intrattenimento di proprietà di Guido Solin, già tra i fondatori di Cogetech, l'Alfea, la società che gestisce l'ippodromo di Pisa (e per il momento anche quello di Livorno) e Hippogroup Capannelle. Battuta sul filo di lana la proposta di Paolo Favero, "guru" degli allenatori italiani in ostacoli: tra gli intenti della nuova società ci sarebbe quello di ridurre e concentrare l'attività di corse passando a 18 giornate invece delle 24 che Favero era riuscito a "farsi promettere" dall'Assi. Insomma due direzioni diametralmente opposte. La  sensazione è che nella gestione Pragma possano essere privilegiati altri aspetti relativi all'entertainment, specialmente dopo la sparizione delle slot da bar e locali pubblici in provincia di Bolzano.
Infine c'è la questione di Padova. L'unico impianto per il quale l'attività del 2012 non è difatto mai iniziata e che a questo punto potrebbe essere rilevato da un gruppo di operatori ippici che hanno fatto domanda al Comune, anche se la vicenda è ancora di là dall'essere definita.
Nel resto d'Italia, fatta eccezione per Firenze dove si sta procedendo con entusiasmo alla nuova avventura, i segnali nella migliore delle ipotesi sono di attesa. Palermo potrebbe anche non riaprire il prossimo anno, anche a Taranto, reduce da una domenica entusiasmante in termini di successo di pubblico, chiedono garanzie per il futuro e comunque entro i primi mesi dell'anno. Follonica va avanti tra mille difficoltà e un'inchiesta giudiziaria che sta coinvolgendo gli ultimi tre sindaci. Bologna si fermerà per la pausa invernale con lo scopo di seguire attentamente l'evolversi della situazione, specialmente dopo l'arenarsi del cosiddetto "piano Lega" che aveva proprio in Tomaso Grassi - presidente della Cesenate, società di Hippogroup che gestoisce gli impianti emiliani - il suo più accanito sostenitore.


LM/Agipro

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