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Ippica & equitazione

31/07/2012 | 18:05

Tv ippica, Giuseppe Tarricone (Gruppo Tarricone): "Una web tv in ciascun ippodromo per rilanciare le corse"

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ROMA - “Betflag vuole investire sulle corse dei cavalli ma non può farlo: gli ippodromi sono vuoti e non possiamo fare nulla per ridestare interesse. E’ come se si proibisse a qualcuno di riprendere la sabbia del deserto o il ghiaccio al Polo Nord: qualcuno ci spieghi il motivo”. Nel giorno della sospensione - almeno fino al 6 settembre - della gara per la tv ippica, Giuseppe Tarricone, proprietario con la famiglia del marchio Betflag (in gara con Snai per la concessione televisiva sulle corse attraverso la Toto San Vito dei Normanni, che ha presentato ricorso al Tar Lazio), tuona contro alcune inefficienze del settore ippico: in particolare sul “blocco” degli stessi ippodromi alle troupe della tv di Betflag che voleva riprendere in streaming le gare e trasmetterle sul sito, promuovendo il settore, incrementando gli incassi e – di conseguenza – la quota destinata all’Assi e alla filiera. “Ogni ippodromo dovrebbe avere una web tv con il programma delle corse e tutte le informazioni per gli scommettitori ma l’Assi ha diffidato i gestori. Noi utilizziamo per il sito di Betflag le immagini di Unire tv, ma è un canale che non funziona bene e desta confusione nell’utente finale”.

“Nelle scommesse sui cavalli a quota fissa sono identiche alle giocate “live” sullo sport, il profilo di rischio è lo stesso: ci sono le quote di apertura ma sono prese poco in considerazione, poi c’è la sgambatura o il tondino – a seconda se trotto o galoppo – e solo nel’immediata vigilia delle gare arrivano in massa le puntate. Il pre-gara assume quindi un’importanza fondamentale, questo è il punto. Senza questo, viene a mancare l’interesse e anche la scommessa”. Tarricone crede comunque nella potenzialità del settore: “Ogni anno in Italia – afferma ancora - quattro miliardi si scommettono sullo sport, circa un miliardo sui cavalli: le scommesse ippiche sono quindi il secondo sport più giocato in Italia dopo il calcio e anzi le giocate sono in proporzione di più: i punti vendita delle scommesse sportive sono circa 6mila, mentre l’ippica gode di un network di sole 1200 agenzie e 4-5mila corner. Il problema è questo, in proporzione si gioca di più sui cavalli, che però non hanno la rete di distribuzione sufficiente. E’ normale che il settore soffra in mancanza di incassi, è stata una scelta suicida del legislatore che di fatto ha sostituito la vecchia rete delle ricevitorie con i corner nati con il decreto Bersani. Se al posto del 10eLotto ci fosse l’ippica con la televisione e tutto il resto, la raccolta sarebbe molto superiore”. Betflag intanto si gode i dati di giugno, che la vedono in testa nella raccolta online con oltre 3 milioni e 600mila euro tra quota fissa (l’80 per cento del totale) e totalizzatore, su un totale di 7,2 milioni. E l’ippica online, precipitata al -54% in gennaio, ora viaggia con un sorprendente +9,9% dopo il primo semestre dell’anno.

Tv ippica: gara bloccata dal Tar Lazio, apertura buste dopo il 6 settembre

NT/Agipro

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