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16/01/2010 | 19:21

CASINO' - INCHIESTA SU NAVI, CONTESTATA LA GIURISDIZIONE ITALIANA

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casino inchiesta su navi contestata la giurisdizione italiana
 (red.) "Sono innocente, contesto la giurisdizione italiana e per il resto non intendo rispondere". E' la dichiarazione resa all'interrogatorio di garanzia del gip Eduardo Bracco di Sanremo da parte di Roberto Mento, 55 anni e Riccardo Greco, 67 anni, i due soci della «Seven Seas Entertainment», la società che gestisce i casinò sulle dieci navi da crociera della flotta Msc, accusati di associazione a delinquere in merito a una presunta serie di furti di incassi commessi dai dipendenti dietro loro direttive. Si parla di sottrazioni di denaro per oltre 1,2 milioni di euro. Secondo il legale dei due indagati, Andrea Rovere, non sarebbe competente la magistratura italiana per l'eventuale processo. «Qualora valga il principio di territorialità - spiega l'avvocato - le navi battevano bandiera panamense, quindi sarebbe competente Panama. Se, invece, si prendesse in considerazione la persone offesa, la Msc Crociere, la competenza passerebbe alla Svizzera, dove la compagnia di navigazione ha sede. Se, poi, vogliamo prendere in considerazione la società che gestiva i casinò, la 'Seven Seas', allora la competenza passa allo stato americano del Delaware, dove quest'ultima ha sede». Intanto il tribunale del Riesame ha fissato al 22 gennaio l'udienza per discutere l'istanza di scarcerazione dei due imputati, contestualmente a quella di cancellazione dell'ipotesi associativa. Lo stesso tribunale dovrebbe anche esprimersi sulla competenza. Nella stessa indagine, coordinata dal procuratore di Sanremo, Roberto Cavallone, sono indagati in stato di libertà sei dipendenti (un tecnico slot e cinque casinò manager) che avrebbero eseguito le direttive dei tre soci, tra questi anche Angelo Barzelloni, 42 anni, di Varazze (Savona), raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere ma al momento in Brasile per lavoro. Sono accusati di aver trattenuto parte degli incassi delle serate dei Casinò e di aver compilato falsi cedolini contabili sui quali veniva certificato un incasso minore rispetto a quello reale.

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