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Poker & Casinò

14/09/2005 | 18:27

CASINO’: L’INTERROGAZIONE DEL SENATORE SALVATORE LAURO (GR. MISTO-CDL)

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(red.) Si riporta il testo integrale dell’interrogazione parlamentare presentata dal Sen. Salvatore Lauro (Gruppo Misto-CdL), per richiede la sospensione delle attuali concessioni relative ai quattro casinò italiani. Di seguito il testo integrale dell’interrogazione:

“Premesso che in tutti i paesi avanzati del mondo a vocazione turistica o nell’intento di promuovere una tale economia e il forte indotto che ne deriva, viene consentita l’apertura di case da gioco in vario modo disciplinate; che in Italia questo settore vive di anomale sopravvivenze normative tanto che più che un codice o una legge dedicata esistono strane deroghe e situazioni anomale in ordine alla stessa distribuzione geografica dei casinò. Che infatti nonostante lo scrivente abbia più volte suggerito di sfruttare le ricadute turistiche di tali attività ubicando nuove strutture del gioco nelle isole dell’arcipelago campano e in altre località turistiche ciò non si è mai tradotto in possibilità concreta attese il ginepraio burocratico, le pretese cautele sull’ordine pubblico (come se la malavita organizzata non prendesse il treno o l’aereo o dalle regioni “operative specifiche” per raggiungere Campione o Venezia); che esiste un’odiosa sperequazione e de facto una diversa applicazione della legge nazionale in ordine a strani criteri decisionali ed interpretativi;
che per riportare alla certezza del diritto l’attuale situazione in merito alla tematica delle case da gioco occorre immediatamente sospendere le autorizzazioni e le licenze eventualmente rilasciate alle funzionanti strutture definite casinò e tuttora operative e parallelamente approvare una nuova legge che disciplini in via generale ed astratta l’intera fattispecie senza favori territoriali e geografici che finiscono per penalizzare dei territori meridionali e non solo che pure avrebbero le caratteristiche territoriali, geografiche, turistiche e logistiche per ospitare e far funzionare un casinò con indubbi e maestosi benefici per le comunità locali (alberghi, trasporto, occupazione etc.);
che il nuovo Trattato istitutivo dell’Unione Europea e l’intero diritto comunitario nella sostanza generale e nei singoli contenuti impone una revisione normativa  che non si limiti a una superficiale riforma ma unifichi ed omologhi la norma italiana a quella diffusa e vigente negli altri paesi dell’Unione e negli altri paesi civili;
che infatti ad esempio il casinò di Sanremo nacque nel 1927 previo regio decreto provvisorio, alla luce di quanto sopra esposto, l’interrogante chiede di conoscere:
a) se i ministri in oggetto abbiano preso coscienza del problema di cui trattasi che rappresenta una discriminazione in spregio e in violazione della uguaglianza tra i cittadini;
b) se la riforma federale dello Stato completata dalla Legge La Loggia non imponga un’immediata sospensione delle autorizzazioni e delle licenze eventualmente vigenti con l’approvazione di una chiara legge quadro che disciplini organicamente la materia dell’istituzione, della gestione e del funzionamento delle case da gioco -cd casinò- prevedendo quali giochi far praticare, le garanzie di tutela dei cittadini ma anche una semplificazione delle procedure burocratiche al fine di facilitare l’avvio dei procedimenti di istanza di avvio case da gioco;
c) per quale motivo non sia stato consentito un sostitutivo via web o in termini informatici dei casinò giovandosi della extraterritorialità della cosiddetta webnation cioè della rete telematica che, in definitiva, supera il concetto di Stato e rappresenta un’area ipergeografica pur nella contemplazione dei cosiddetti suffissi dei domini web su internet;
d) se il Parlamento non debba venire immediatamente convocato per la discussione delle proposte di legge che dunque s’intendono aperte pur da me protocollate secondo le procedure regolamentari;
e) per quale motivo ad oggi non sono state accolte le indicazioni della Corte Costituzionale come le sentenze del 6 maggio 1985 n. 152 e 22 maggio n. 291;
f) il nominativo dei responsabili della mancata innovazione dei procedimenti anche per eventualmente attivare le condizioni partecipative in materia di diritto amministrativo”.

 

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