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Poker & Casinò

01/07/2008 | 10:49

POKER ONLINE: PARTENZA IMMINENTE, QUATTRO PIATTAFORME SI CONTENDONO IL MERCATO

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poker online partenza imminente quattro piattaforme si contendono il mercato
(i.m.)  Con la pubblicazione della Circolare contenente i requisiti per l’autorizzazione all’esercizio degli skill games, Aams ha completato la documentazione necessaria agli operatori abilitati per offrire le prime partite a soldi. I concessionari dovranno ora  sottoporre attraverso un’area dedicata del sito internet di Aams, una descrizione della piattaforma tecnologica ed i progetti dei singoli giochi che vorranno offrire ai propri utenti. Una volta ottenuta l’approvazione di Aams, saranno finalmente pronti per il tanto atteso lancio. Tra molte conferme, come il no all’accesso alle partite “italiane” anche ad utenti non in possesso di conto gioco per un periodo iniziale di dodici mesi, anche una novità in parte anticipata dalla bozza del protocollo di comunicazione: la possibilità dei rebuys e degli add-on, ossia la facoltà per il giocatore di acquistare più diritti di partecipazione all’interno della stessa sessione fino ad un limite massimo di 100 Euro. Si accorcia così il gap competitivo tra i concessionari italiani e l’offerta di operatori non in possesso di licenza italiana, soprattutto nel gioco che tra gli skill games è unanimemente riconosciuto come quello a maggiore potenziale: il poker online. Ed è proprio sul poker online che si stanno concentrando l’interesse e soprattutto gli investimenti di tutti i principali operatori abilitati. La chiave per il successo della versione internet del texas holdem a torneo che vediamo ogni settimana in televisione, è la liquidità, ossia il numero di giocatori a soldi veri connessi contemporaneamente su una determinata piattaforma.  In assenza di utenza internazionale, almeno nei primi dodici mesi, cruciale sarà per gli operatori italiani la capacità di attrarre un maggior numero di utenti real money nel più breve tempo possibile anche attraverso il gioco di network ossia l’offerta di tornei in comune tra diversi concessionari. In questa ottica in pole position sembra essere il network di Playtech, che in Italia dovrebbe partire con nomi del calibro di Sisal, Snai, Cogetech ed Eurobet. Fondamentale per il suo successo, la velocità con cui la software house israeliana sarà in grado di lanciare il proprio prodotto sul mercato. Problemi di timing non sembra averne Gioco Digitale, già online da diversi mesi con un servizio play for fun sulla piattaforma ottenuta in licenza esclusiva dai californiani di Cyberarts. Un’offerta di tornei gratutiti con in premio buoni e-commerce, gratta e vinci e addirittura  biglietti di ingresso per prestigiosi tornei a Las Vegas, accompagnata da un’aggressiva campagna media su internet e TV,  hanno consentito alla società guidata da Carlo Gualandri di attrarre numerosi giocatori. Cruciale però sarà la capacità di convertire i freerollers in utenti for money, un obiettivo che nell’esperienza internazionale non sempre si è rivelato semplice da raggiungere. Buone le premesse anche per  Microgame che potrebbe sfruttare la base di diverse centinaia di migliaia di conti gioco ai quali potrà offrire la propria piattaforma proprietaria. Destinata infine a ricoprire un ruolo da protagonista anche Lottomatica: il poker sarà ospitato sulla piattaforma degli svedesi di Boss Media, gestori a livello internazionale dell’IPoker Network, il settimo del mondo. Fondamentale per una partenza bruciante, sarà la finalizzazione dell’acquisizione di  Totosì, il principale concessionario online in Italia e soprattutto l’integrazione del database degli utenti della società  dei fratelli Tarricone all’interno della struttura tecnologica del colosso dei giochi. La partita più difficile per i concessionari italiani si gioca però al di fuori dei confini italiani e più precisamente con gli operatori che sprovvisti di licenza promuovono i propri marchi sul territorio italiano attraverso la pubblicità di una versione del software play for fun.  Spot televisivi, mega-affissioni nelle principali città italiane che mostrano i volti dei campioni del circuito mondiale, imponenti stand all’interno di manifestazioni sportive e ricreative di grande richiamo, tornei organizzati in località esclusive: è questa la vera concorrenza che rischia di ridurre irreparabilmente  le potenzialità dell’offerta italiana. In assenza di un’azione incisiva atta a ridurre questo fenomeno, il rischio che gli investimenti dei concessionari italiani vadano ad esclusivo  beneficio degli operatori non provvisti di licenza è più che una semplice eventualità. Il cash game, i tornei milionari e la possibilità di girare i circuiti professionistici con un marchio prestigioso sulla propria camicia rappresentano per l’utente una tentazione troppo forte per fermarsi di fronte ad un oscuramento facilmente aggirabile.

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