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30/11/2009 | 17:40

CASINO' DI VENEZIA – CACCIARI: “COMPLETA FIDUCIA AL PRESIDENTE PIZZIGATI”

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casino di venezia cacciari completa fiducia al presidente pizzigati
(c.r.) Il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, ha ribadito a Mauro Pizzigati, presidente della Casinò municipale di Venezia Spa, la propria completa fiducia, invitandolo a ritirare le dimissioni, presentate dopo gli attacchi rivoltigli da consiglieri comunali, di maggioranza e di minoranza, sulla gestione del Casinò. “Attacchi assolutamente non soltanto ingenerosi per l’impegno profuso da Pizzigati, ma anche completamente errati e infondati, privi di ragionevolezza e volgarmente strumentali, di cui non comprendo le ragioni” li ha definiti il sindaco. Cacciari ha quindi rilevato che il Casinò non è una società in crisi, anzi che in una situazione di estrema difficoltà per tutte le Case da gioco, ha affrontato la crisi generale del settore meglio della stragrande maggioranza delle altre Case da gioco. Se errore c’è stato – ha continuato il sindaco – è stata la previsione troppo ottimistica di incassi del Casinò e quindi di introiti per il Comune, duramente smentita dalla crisi: poiché il Casinò è strumento strategico per il Comune, è necessario che ora il Comune intervenga per sanare una perdita non prevista, attraverso l’utilizzo di buona parte dei ricavi per la vendita di immobili (che sarà votata oggi in Consiglio comunale) in modo da mettere il Casinò in condizioni di ripartire, anche alla luce dei segnali di tendenziale miglioramento della situazione del settore.
Il sindaco ha affermato di voler concludere il mandato lasciando il Casinò a posto finanziariamente ed economicamente, in condizioni di lavorare con tranquillità. “E’ mio preciso dovere – ha commentato – ed è preciso interesse di tutti i consiglieri comunali”.   CACCIARI: “IL COMUNE RIDURRA' LE PROPRIE ATTESE SUL BILANCIO DEL CASINO'”   (c.r.) Cacciari si è quindi soffermato su quello che è il problema strutturale del Casinò: la rigidità del costo del lavoro, anche a fronte di scandalosi stipendi medi di centomila euro all’anno, rigidità incompatibile con il sano funzionamento di una azienda; ha perciò auspicato che la trattativa con i sindacati possa portare alla modifica di alcuni istituti contrattuali, per rendere il costo del lavoro coerente con l’andamento dell’azienda. Ha poi contestato come “scandalo etico e politico” il fatto che consiglieri comunali ascoltino i croupier invece di dare una mano a chi lavora a vantaggio del Casinò, per di più in una situazione generale che vede a Venezia sempre più numerosi lavoratori licenziati, cassaintegrati, precari.
Il sindaco ha concluso affermando che il Comune ridurrà le proprie attese sul bilancio del Casinò, e che il Casinò dovrà ridurre le spese di promozione verso il territorio, peraltro in gran parte decise assieme alla Amministrazione comunale, ma ha ricordato che è fuori discussione che, per la legge fondativa, i profitti del Casinò devono essere primariamente finalizzati al sostegno e allo sviluppo della cultura, dello sport, del turismo a Venezia: polemiche su questo sono prive di senso.   PIZZIGATI: “FLESSIONE INCASSI INFERIORE A QUELLA DI ALTRE CASE DA GIOCO”   (c.r.) Pizzigati ha premesso di aver dato le dimissioni perché così hanno chiesto consiglieri comunali sia di maggioranza sia di minoranza, accusandolo di essere responsabile del cattivo andamento del Casinò, che invece ha avuto una flessione di incassi di gran lunga inferiore a quella di quasi tutte le altre Case da gioco del mondo, il 12 per cento su incassi di anni record, tanto che si può parlare di situazione di tenuta. E ha quindi ricordato che il Casinò di Venezia corrisponde al Comune oltre il 50 per cento degli incassi, mentre gli altri Casinò italiani arrivano al massimo al 30: si critica – ha commentato – perché non si conoscono i numeri. Pizzigati si è detto quindi anche offeso per la falsa accusa di scarsa trasparenza gestionale, pure rivoltagli in Consiglio comunale, e ha ringraziato il sindaco per la fiducia confermata e per aver definito infondate e strumentali le accuse da parte di consiglieri comunali: per questo, ha accolto l’invito e ha ritirato le dimissioni.
A margine dell’incontro, nel dialogo con gli operatori dell’informazione, si è parlato anche della cosiddetta “privatizzazione”, per la proposta del sindaco di vendere a privati una quota di minoranza della società di gestione (e non certo della proprietà della licenza di gioco, che per legge deve restare al Comune) Per far fronte alla crisi – ha detto il sindaco – sarà necessario che la società acquisisca dimensione internazionale, e occorrono quindi dei privati di assoluta fiducia che facciano entrare il Casinò in un network internazionale, e portino nuove risorse.
LE TAPPE DELLA VICENDA,  DAL “BUCO” DI 20,5 MILIONI ALLA SFIDUCIA DEL CONSIGLIO COMUNALE   (c.r.) - L'incontro tra il presidente del  casinò veneziano Mauro Pizzigati e il sindaco Cacciari ha fatto seguito alle critiche che il consiglio comunale di venerdì aveva mosso alla casa da gioco in termini di gestione contabile e di bilancio, motivo per il quale il presidente aveva rimesso il mandato nelle mani del sindaco. Il casinò  quest'anno non verserà infatti i 107 milioni preventivati al comune, che dunque si vedrà costretto a impegnare 20,5 milioni di euro per coprire parte delle perdite di esercizio previste per fine anno (32 milioni). La soluzione per il casinò potrebbe essere quella di restituire i soldi una volta approvata la variante del quadrante di Tessera, che a gennaio dovrebbe far arrivare un centinaio di milioni nel patrimonio della casa da gioco.
Già la scorsa settimana Pizzigati aveva ricordato che “il Casinò di Venezia, in questa situazione di crisi mondiale delle Case da gioco, è tra quelli che flettono di meno, con il - 12%. Mentre gli altri Casinò versano somme ai Comuni tra il 4 e il 33%, noi da tre anni versiamo al Comune 107 milioni, pari al 55% dei nostri incassi. Rispetto ad una flessione limitata, forniamo percentuali di tutto rispetto mentre da Atlantic City a Macao, i Casinò falliscono».
Sulla stessa lunghezza d'onda anche il direttore generale del casinò, Carlo Pagan. “Ci impegneremo a rispettare la sfida dei 95,5 milioni fissata dalla giunta, il budget si dovrà ridurre ma ci vuole l'impegno di tutti. Nel 2006 con una quota di mercato del 39% e un incasso record abbiamo dato agevolmente i 107 milioni. Lo stesso nel 2007. Nel 2008 il conto economico sul fronte della redditività si è chiuso su 87 milioni di euro e quindi già allora si presentava una perdita di 20 milioni ma abbiamo garantito i 107 milioni intaccando le nostre riserve. Nel 2009, con una perdita del 12%, chiediamo al Comune 20 milioni. Il netto della società di circa 70 milioni. E da gennaio ci sarà la rivalutazione dei terreni del Casinò per decine di milioni di euro, grazie alla variante del Quadrante”.   CASINO' – A FINE ANNO RACCOLTA A 460 MILIONI, VENEZIA LEADER DEL MERCATO
 
(c.r.) ROMA – Nei primi dieci mesi del 2009 i quattro casinò italiani hanno raccolto 384 milioni di euro. Da gennaio a ottobre, Venezia è risultata prima casa da gioco in termini di incassi, con 140 milioni di euro, il 36,4% del totale nazionale. Il casinò di Campione è invece secondo in classifica con 100,2 milioni (26%), seguito da Saint Vincent con 76,9 milioni (20%) e Sanremo con 66,9 milioni (17,4%). Se questo trend dovesse mantenersi costante, i quattro casinò potrebbero chiudere il 2009 con incassi per 460 milioni di euro, un dato comunque in calo (-9%) rispetto ai 506 milioni del 2008.

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