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Poker & Casinò

12/05/2005 | 18:58

CASINO’: LE CASE DA GIOCO DI LAS VEGAS TEMONO LA CONCORRENZA DEI “PELLEROSSA”

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casino le case da gioco di las vegas temono la concorrenza dei pellerossa
(a.c.) – Domenica 15 maggio, Las Vegas, città statunitense simbolo del gioco d’azzardo, compirà i suoi primi cento anni, e come qualsiasi “giovin signora”, che si avvicina ad una tappa importante della propria esistenza, comincia a mostrare la sua paura più grande: quella di invecchiare male e di perdere appeal fra i suoi estimatori. Raccontata in questo modo, la questione potrebbe non impressionare il lettore, nemmeno quello statunitense, che a Las Vegas va volentieri a fare turismo e a giocare i suoi bravi dollari in qualche casinò (38,5 milioni sono la persone previste solo quest’anno). Infatti, il problema della celebre città del Nevada, non riguarderebbe le “rughe” dovute ai cento anni di storia, bensì la spietata concorrenza dei casinò costruiti suoi limitrofi terreni delle riserve indiane. Qualche osservatore americano, volendo giocare sul passato del paese a stelle e strisce, ha affermato che “Las Vegas è l’ultima città del ‘Far West’ a combattere contro gli indiani”. Dipende ovviamente dal punto di osservazione: qualcun altro potrebbe infatti affermare che i “pellerossa” si stanno riprendendo una bella rivincita nel settore turistico-commerciale sui “visi pallidi”. I dati infatti parlano abbastanza chiaro: la media degli incassi dei casinò di Las Vegas tocca annualmente quota 8 miliardi di dollari., ma nel 2003 i casinò delle “riserve indiane” hanno letteralmente “sbancato”, raggiungendo quota 16,7 miliardi di dollari, ovvero il 40% dei profitti di tutte le case da gioco statunitensi. Gli osservatori di fenomeni americani giustificano l’arretramento del mercato turistico di Las Vegas, obiettando che le case da gioco “indiane” attirerebbero una clientela meno abbiente, benché questo non giustifichi minimamente la fuga dei giocatori più ricchi. Quest’ultima categoria di clienti, infatti, preferirebbe sempre più l’imbarco su navi di lusso che, raggiunte le acque internazionali, consentirebbero ogni tipo di gioco, in barba alle severissime leggi dell’amministrazione Bush sul gioco d’azzardo. Come se non bastasse, la città dei casinò sarebbe stata indicata più volte quale probabile obiettivo del terrorismo internazionale: vista come la città del peccato, infatti, Las Vegas sarebbe nel mirino di Al Qaeda.

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