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Poker & Casinò

30/04/2009 | 14:07

POKER - BONAVENA: "IL POKER E LA FAMIGLIA LE MIE UNICHE PASSIONI"

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poker bonavena il poker e la famiglia le mie uniche passioni
(c.z.) ROMA - “La famiglia e il poker. Vivo per loro ed è per questo motivo che ho lasciato la mia azienda”. Durante una pausa dell’Ept di Montecarlo, Salvatore Bonavena parla del suo ultimo anno da giocatore, che lo ha visto protagonista dei più grandi tornei internazionali e che senza dubbio gli ha cambiato la vita. La partita più importante è stata quella giocata a Praga lo scorso 13 dicembre. Quella notte Bonavena ha infatti giocato il tavolo finale dell’Ept di Praga contro il canadese Andrew Chen e il connazionale Massimo Di Cicco. “Sasà” li ha eliminati entrambi, diventano così il primo italiano a vincere un Main Event (oltre 700 mila euro di premio) nel circuito di tornei organizzati da PokerStars.
“Ricordo tutto di quella notte – racconta ad Agipronews – e anche il resto del torneo. Per vincere a questi livelli non devi sbagliare neanche una mossa per quattro giorni e poi, inutile nasconderlo, devi avere anche fortuna. Da quel giorno ho cominciato a lasciare la mia azienda immobiliare, considerato anche il periodo di crisi, per dedicarmi solo alla mia famiglia e ai tornei”. E per questo motivo Bonavena si è affidato a Domenico Tresa, il suo procuratore. Si tratta una figura nuova nel mondo del poker. “Domenico – conclude - è una persona che riesce a gestire al meglio queste situazioni. Un giocatore non ha tempo per gestire e organizzare alcuni aspetti della propria carriera e penso che certe collaborazioni siano essenziali”.
“Il cash game è una grande chance per gli italiani”. Il campione di poker Salvatore Bonavena interviene sulla possibilità che i Monopoli di Stato possano definire l’avvio del gioco cash, senza quindi limitare il poker on line ai tornei, come prevede la normativa attuale. “Gli italiani - commenta - hanno bisogno di crescere ed è possibile solo affrontando queste situazioni. Sapere come gestire il proprio bankroll (il denaro che un giocatore è pronto a rischiare, ndr) non è un fattore da poco nella carriera di un giocatore. Serve solo maturità. Il poker è un gioco e deve essere vissuto come una passione. Io dopo Praga non ho cominciato a giocare partite con puntate minime da 50-100 euro”. E la passione potrebbe presto portarlo a realizzare un altro dei suoi sogni. “Dopo Montecarlo – conclude - voglio partire per Las Vegas e giocare lì un torneo di primo livello. Per ora mi godo l’Ept. Una delle cose più belle del poker è che ti pe rmette di vivere questi eventi straordinari. Oggi è dura, i tavoli sono pieni di campioni e il livello è altissimo. Gli americani fanno paura”. 

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