A GENOVA VINCITA DI GRUPPO “CONGELATA” DALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA

“Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio”: così recita un famoso detto che è quanto mai appropriato per quello che è successo in una ricevitoria del centro storico Genova. In questa ricevitoria cinque persone giocavano lo stesso sistema al SuperEnalotto da oltre un anno. Si trattava di un sistema che comportava una spesa pro capite di 37 euro. Secondo un tacito accordo tra i 5 partecipanti, se qualcuno di loro non poteva passare subito nella ricevitoria per pagare e ritirare il proprio scontrino, poteva anche farlo successivamente. Lo scorso mese di luglio, una commerciante che faceva parte del “quintetto” non ritirò il proprio scontrino.

Il caso volle che il sistema centrò un 5 da 87.000 euro al SuperEnalotto. Passata per riscuotere la sua parte di vincita, gli altri partecipanti le dissero che non avendo lei pagato la sua parte in anticipo, non gli spettava niente. La signora si è quindi rivolta ad un avvocato e la Procura della Repubblica ha “congelato” la vincita. C’è da dire, per la verità, che la titolare della ricevitoria dove veniva giocato il sistema era andata nel negozio della commerciante per ritirare i soldi della giocata, ma la signora non le aveva dato troppo retta perché in quel momento aveva clienti e quindi si riprometteva di saldare il conto più tardi.

Ma come evitare che si possa incappare in questo genere di disavventure? Il terminale della Sisal permette un gioco a “carature”. Vuol dire che il ricevitore può preparare un sistema e suddividerlo in vari quote. Il terminale tirerà fuori tante giocate quante sono le quote previste. Ogni giocata è “ufficiale”, permette cioè all’utente di riscuotere la propria parte di vincita anche senza rivolgersi agli altri partecipanti al sistema.

In alcune ricevitorie vengono anche praticate delle giocate “collettive” non ufficiali. In questi casi il ricevitore prepara tante stampate del sistema quante sono le quote e solitamente timbra e firma ogni copia, per dare una sorta di “ufficialità” alla giocata di gruppo. Ovviamente questa fotocopia “autenticata” dal ricevitore non ha alcun valore legale, ma è comunque un attestato che può essere prodotto come prova eventuale in caso di controversia. In ogni caso, la quota deve essere pagata al momento del ritiro della stessa e quindi la signora genovese dovrà fare un mea culpa per la sua dimenticanza.

SuperEnalotto

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