SUPERENALOTTO: SOGNANO IL JACKPOT ANCHE GLI EXTRACOMUNITARI

(p.f.) Della Babele di stranieri che gioca al SuperEnalotto in Italia, varcando i confini del Trentino, della Valle d’Aosta, del Friuli, dove il volume di gioco è quasi raddoppiato, se n’è parlato a lungo nei giorni scorsi. Ma il SuperEnalotto non parla soltanto francese, tedesco o sloveno. I dialetti, le lingue, rimbalzano da un capo all’altro del mondo, mostrano etnie diverse e variopinte, tutte con una sola speranza: centrare il jackpot più alto del mondo. Sono loro, gli extracomunitari che soggiornano più o meno regolarmente in Italia e, in particolare, nei dintorni di Roma, a tentare il colpo. E’ la tribù delle colf, dei domestici, dei giardinieri. Sono gli stessi che ti mettono il pieno di benzina al self service nella speranza di qualche spicciolo e che ti sorridono senza capire quello che dici. Si recano in ricevitoria, giocano senza neanche capire bene come funziona il SuperEnalotto. Si fanno consigliare dal ricevitore o dall’avventore che dà loro una mano. La schedina, ovviamente, è quella che costa di meno. Da un euro. Tanto basta per poter sognare di essere, un giorno, un re. E se poi non vinci non importa. Vengono dallo Sri-Lanka, dalle Filippine, da alti remoti angoli asiatici e da lontani paesi africani. Ma anche da Polonia, Albania, Romania. Hanno nomi che spaziano dal Mirko e Pavel, al Jamalh e Radjuh.
Nella ricevitoria Bucri, nei pressi di Acilia, Giovanna, una ventenne con una cascata di treccine in testa, l’occhio vispo e la lingua pronta ne ha “istruiti” parecchi: “Sono tanti, tantissimi, giovani e non. Entrano in ricevitoria, si guardano attorno un po’ spaesati e chiedono del SuperEnalotto sorridendo timidi. Io li aiuto, gli spiego come si gioca o li consiglio su come acquistare giocate già pronte. C’è una cosa che li accomuna tutti - prosegue la ventenne addetta alla convalida delle schedine - non hanno molto da spendere e dunque sono tutti abbonati alla giocata da un euro”.
E sognano ovviamente: “Sì, ma cose semplici. Perché molti di loro forse non si rendono neanche bene conto di quanti soldi siano quelli in palio. C’è chi racconta in un italiano stentato che porterebbe qui tutta la sua famiglia dall’Africa per fargli vedere il Colosseo e le bellezze di Roma. Chi comprerebbe una casa un po’ più grande del buco dove vive, senza rendersi conto che con tutti quei soldi potrebbe comprarsi un intero quartiere!”. E poi c’è chi si sposerebbe riuscendo ad offrire la dote che si conviene alla famiglia della fidanzata che attende nel paese d’origine. E ancora, chi tornerebbe al proprio Paese rendendo ricchi tutti i familiari per regalargli una vita agiata che, oggi, non possono neanche lontanamente sognare.

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